Io sono una creatura
scorticata a nudo,
e tutti voi
portate una corazza.
Tutti voi avete:
l’arte, la vita sociale,
la famiglia, il dovere,
io,
nel profondo non ho nulla.
Tutto cade come pelle,
e sotto la pelle
carne viva, o fuoco.
(Marina Cvetaeva)
La conoscete Marina Cvetaeva? Io l’ho scoperta da poco e l’ho amata subito. Poetessa russa (1892-1941) che fonde amore e dolore, linguaggio raffinato (mi piacerebbe conoscere il russo ma posso arrivarci solo con la traduzione) e paradosso, metafore e oscure visioni.
Emerge la figura di una donna innamorata e sola, alla ricerca della completezza ma frantumata all’interno, bisognosa di rifugi ma irrimediabilmente libera. Un mucchio di assurde (e, secondo me, bellissime) contraddizioni.
Fra tutte le invenzioni umane, la poesia per me resta la più geniale, l’antidoto contro la morte, la cosa più vicina all’Eternità.
Img: Il Viandante sul mare di nebbia, Caspar David Friedrich (1818)