Ragazzi, vi saluto per quest’estate (ma come sanno quelli che mi conoscono davvero, potrei smentirmi clamorosamente se mi viene voglia di dire qualche cazzata qui sul blog) e vi auguro buone vacanze (ma siamo davvero già ad agosto? Oh.Mio.Dio.) con un post impegnatissimo.
Cosa metto in valigia.
(Scusate, ma dopo una giornata di lavoro, di lagne allo specchio – perché sono ingrassata?, maledetta tiroide, maledette pillole per la tiroide, non mangio nulla, ho fame, non ho più fame, ho le braccia molli, voglio morire, ma va beh chi se ne fotte – e caldo africano non ce la posso fare a partorire di più – ah, sì. Mi sto curando da un anno e mezzo per l’ipertiroidismo. Esperienze? Ne siete usciti? Io ormai sono rassegnata).
Ma passiamo al dunque. Questo mese mi dividerò, come al solito, tra la montagna e il mare, prima dell’Inghilterra a settembre.
La montagna: il paesello dei nonni, San Donato di Ninea, Calabria (provincia di Cosenza).
Descrizione: 800 metri sul livello del mare, una manciata di abitanti, una festa del patrono caratterizzata da cantanti sconosciuti e terribili, ottimo cibo e molto alcol. In soldoni.
Io, The King Puppet, mia sorella e mio cognato partiremo da Salerno il 6 agosto alle ore BOH, secondo la nostra consueta precisissima scaletta. Lì troveremo mia cugina (love) che dopo due ore vuole suicidarsi perché tutto è troooooppo calmo e silenzioso. Di fatto, questa cosa del silenzio e dei tempi lunghissimi, che mi faceva impazzire da adolescente (volevo stare coi miei amici, fidanzato/i ecc. e invece i miei mi trascinavano lì per stare un po’ coi nonni) adesso mi fa impazzire in maniera positiva. Mi serve a ricaricare le batterie.
Motivi per cui amo andare a San Donato di Ninea (di cui ho scritto una roba simil-commovente qui)
Si dorme benissimo
Si mangia benissimo
Si vive con lentezza
Ci si gusta la natura, il silenzio
Ci si sveglia con il cinguettio degli uccellini (!!!)
Niente rumori di automobili. Zero. Ed è incredibile. Viviamo in un costante rumore di sottofondo che stanca il cervello e stressa anche quando pensiamo di star riposando. Godere della pace e del silenzio della natura è un privilegio.
Amo così tanto il paese che gli ho dedicato una fanpage su Facebook: eccola qui, se vi va di mettere un like e ammirare le tante bellezze di questo luogo rimasto un po’ indietro nel tempo: Scopriamo San Donato di Ninea.
Cosa metto in valigia?
Il mio pc portatile. Sì, perché – ahimé – pur trattandosi di ferie, dovrò comunque lavorare, tra una cosa e l’altra. Sempre se, nel frattempo, nel paesello è arrivato il wi-fi.
Abiti comodi. Pochi fronzoli: saremo in montagna. Farà comunque abbastanza caldo di giorno ma, di solito, di sera, le temperature calano e quando mi recherò, coi miei prodi, nell’unico bar del paese per bere qualcosa e mangiare il cornetto delle due di notte (c’è questa simpatica consuetudine), avrò bisogno di una giacca. Quindi valigia minimal (pantaloni, qualche abitino, giacca di jeans) e, soprattutto, scarpe basse (un paio di adidas e sandali), viste le salite e discese. Di certo, comunque, porterò il costume e le cose del mare perché visto che staremo qualche giorno, una capatina al mare, per fare un bagno come si deve nelle splendide acque calabresi, è d’obbligo.
Libri. Il kobo verrà con me e mi porterà anche un cartaceo, che dovrò scegliere fra quelli in lettura. Credo che proseguirò la lettura di La famiglia Aubrey di Rebecca West (Fazi) su Kobo e Una ragazza inglese di Beatrice Mariani (Sperling & Kupfer) in cartaceo.
Dopo un breve ritorno a Salerno per fare lavatrici, ecco che si fa una nuova valigia e si riparte per il mare: stavolta la meta è Atrani, in Costiera Amalfitana, dove i genitori di The King Puppet hanno una casa delle vacanze.
Anche qui, clima molto rilassato, certo sono lontanissimi i silenzi e la pace della montagna: in questo periodo Atrani è piena zeppa di turisti, ma per fortuna noi abbiamo la barca e quindi eviteremo le spiagge-carnaio di agosto (fa molto figo dire “abbiamo la barca”, vero?). Di solito la giornata-tipo ad Atrani si svolge così: sveglia intorno alle 10, colazione a casa, caffè da Pansa ad Amalfi, poi in barca fino alle cinque circa, pranzo/cena, riposino, passeggiata ad Amalfi per prendere il gelato in una delle tante deliziose gelaterie, ritorno per drink in piazzetta ad Atrani.
Cosa metto in valigia?
Abiti leggeri e un po’ chic. Niente pantaloni lunghi, si va di corto sempre e comune. La sera le temperature calano un po’, quindi felpa o giacca leggera. Anche qui scarpe basse, ma direi che potrò osare un tacchetto giusto per sentirmi un po’ femminile in mezzo alle valchirie tedesche che popolano la Costiera di questi tempi. Costumi a profusione e cappello di paglia: la Costiera è l’unico posto dove posso usarlo senza sentirmi una deficiente.
Libri. Anche qui il Kobo mi seguirà. Niente cartacei: sarò il 90% del tempo in barca. Il kobo è comodo per leggere la sera, mentre gli altri dormono.
Infine si torna a Salerno intorno al 20 agosto. Prima della partenza per l’Inghilterra (il 4 settembre, starò via 12 giorni), ho un matrimonio a Roma il 2.
Cosa metto in valigia in Inghilterra? Questo argomento merita un post a parte, stavolta farò le cose per bene, liste comprese, come insegna Rock’N’Fiocc, cioè la social media manager e IT blogger di Grazia Giulia Torelli (adoro soprattutto il suo IG e le storie che fa, non ha peli sulla lingua, è talmente diretta da sfiorare l’antipatia, ma mi piace anche per questo. Date un’occhiata, la amerete o la odierete).
Buone vacanze a tutti, ci risentiamo a fine agosto!