TITOLO: The Program
AUTORE: Suzanne Young
GENERE: Distopico/Young Adult
EDITORE: De Agostini
COLLANA: Le gemme
PAGINE: 448
PREZZO: 14,90 euro
TRAMA:
Sloane sa perfettamente che nessuno deve vederla piangere. La minima debolezza, o il più piccolo scatto di nervi, potrebbero costarle la vita. In un attimo si ritroverebbe internata nel Programma, la cura ideata dal governo per prevenire l’epidemia di suicidi che sta dilagando fra gli adolescenti di tutto il mondo. E una volta dentro, Sloane dovrebbe dire addio ai propri ricordi… Perché è questo che fa il Programma: ti guarisce dalla depressione, resettandoti la memoria. Annullandoti. Così, Sloane ha imparato a seppellire dentro di sé tutte le emozioni. Non vuole farsi notare, non ora che suo fratello è morto e lei è considerata un soggetto a rischio. L’unica persona che la conosce davvero è James, il ragazzo che ama più di se stessa. È stato lui ad aiutarla nei momenti difficili, lui a farle credere che ci fosse ancora speranza. Ma, quando anche James si ammala, Sloane capisce di non poter più sfuggire al Programma. E si prepara a lottare. Per difendere i propri ricordi, a qualunque costo.
RECENSIONE
The Program è un bellissimo libro. Mi capita sempre più raramente di incontrare bestseller che valgano la pena di essere letti, ma questo è uno di quelli. Raccontato in prima persona dalla protagonista, Sloane, The Program prende uno dei temi caldi del nostro secolo (la depressione, l’aumento dei suicidi fra i giovani) e lo porta alle estreme conseguenze. Per risolvere l’aumento dei ragazzi che decidono di farla finita, è stato sviluppato il Programma: per un mese i ragazzi malati sono tenuti in isolamento, sotto il controllo di infermieri e psicologi e poi, magicamente, quando escono sono tranquilli, sorridenti, guariti: questo succede perché vengono resettati: il programma del titolo è proprio questo, un modo per riportare la “tranquillità” nella vita della gente cancellando i loro ricordi (quelli dolorosi, ma anche quelli belli che ai dolorosi a volte sono collegati).
Sloane ha perso suo fratello (morto suicida) che era anche il migliore amico di James, suo fidanzato. Sloane e James, follemente innamorati, ogni giorno combattono contro la voglia di piangere, di lasciarsi andare al dolore, di mostrare le loro debolezze. Ma nel mondo in cui vivono il dolore è considerato solo una cosa negativa, un’anticamera alla depressione e quindi al suicidio.
Nel mondo di Sloane e James non si può piangere, si può solo fingere.
Finora James e Sloane ce l’hanno fatta, sostenendosi a vicenda: ma tutto cambia quando anche James si ammala. In The Program, la depressione è considerata una “malattia infettiva” (e un po’, se ci pensiamo, viene considerata così anche oggi, il depresso è una persona da tenere alla larga finché si può… il dolore si attacca alle persone e quindi la gente tende a evitare i portatori di dolore).
James perde tutti i suoi ricordi e torna a casa completamente diverso, senza più riconoscere Sloane e Sloane, senza il conforto della persona più importante della sua vita, si ammala a sua volta, finendo anche lei nel Programma. Lì comincerà una lotta per tenersi stretti i suoi ricordi.
La cosa che mi è piaciuta di più del romanzo è la maniera sublime con cui l’autrice ha trattato il tema del ricordare: la prima parte del libro descrive la situazione attuale di Sloane e James, quella in cui hanno i loro ricordi fatti di dolore ma anche di amore, dell’amore nato, appunto, dal dolore. James era il migliore amico del fratello di Sloane, che si è suicidato davanti ai loro occhi. L’amore fra Sloane e James era nato qualche tempo prima, ma è divampato dopo questa vicenda, li ha tenuti uniti, li ha tenuti in vita. In questa parte i ricordi di Sloane sono vividi, reali, angoscianti, ma lo è anche il sentimento per James. Sloane è viva e lotta in un mondo orribile. Se dovessi dare un colore a questa parte del libro, direi GRIGIO. Il grigio di una società sbagliata in cui però c’è ancora una scintilla di vita.
La seconda parte del libro è quella ambientata nel Programma: Sloane, ormai senza più James, si è lasciata andare alla disperazione. È la parte più cupa del libro, è asfissiante. In questa parte, i ricordi di Sloane vengono percorsi palmo a palmo, fin nei dettagli infinitesimali e poi accantonati nel capitolo successivo. La Young è stata meravigliosa in questo: costringe Sloane a raccontare i suoi ricordi più intimi, quelli più dolci assieme a James (molto più che nella parte precedente), ci fa amare con lei James, la loro storia d’amore, ci fa emozionare e poi ci fa provare il senso di perdita, quando capiamo che quei ricordi che Sloane sta raccontando, li sta anche perdendo. Ci fa provare quello che Sloane prova ogni volta che inghiotte una pillola che le cancellerà una parte del suo passato. Vorremmo urlare: no, voglio tenermi questi ricordi, non voglio perderli. Invece capitolo dopo capitolo assistiamo alla perdita di coscienza di Sloane, che man mano dimentica. Se dovessi dare un colore a questa parte del libro direi BIANCO. Il bianco come assenza di qualsiasi tipo di emozione.
La terza parte del libro è quella in cui Sloane, tornata a casa ripulita e “nuova”, deve fare i conti con la nuova realtà. Non ricorda più nulla dei suoi amici, di ciò che è successo alla sua vita. Teoricamente dovrebbe essere felice, perché il Programma ha cancellato i suoi ricordi più dolorosi, invece non lo è, perché il dolore è stato sostituito dal vuoto e il vuoto, per gli esseri umani (ci insegna la Young) è peggio del dolore.
Diceva Faulkner:
Fra il dolore e il nulla, io scelgo il dolore.
Credo che si addica perfettamente a questa terza e ultima parte del libro, che identificherei con il colore ARANCIONE, simbolo di rinascita, di una nuova alba. Il dolore non è sempre sbagliato, sembra dirci la Young, il dolore ci permette di lottare, a volte è necessario per andare avanti.
ATTENZIONE SPOILER SUL FINALE
Sloane e James si “incontrano” di nuovo (perché, come si dice nel libro, le cose importanti sono destinate a ripetersi), si innamorano di nuovo e si ritrovano nuovamente a dover affrontare una società sbagliata che pensa di poter controllare i sentimenti.
Dopo il Programma, Sloane e James non sono più disposti a rinunciare a loro stessi: inizia la più grande battaglia della loro vita. Non hanno più i loro vecchi ricordi, ma ne stanno costruendo di nuovi e stavolta non permetteranno a nessuno di portarglieli via!
Che dire: non vedo l’ora di leggere il secondo!
3 thoughts on “#BookReview: The Program, Suzanne Young (De Agostini)”