Oggi è una gioia per me tornare a parlare di una scrittrice che adoro: Bianca Cataldi. Cosa mi piace di lei come autrice? Lo stile onirico, poetico, delicato, anche quando descrive la “banale” vita quotidiana, Bianca sa mettere magia nella realtà e non è una qualità che hanno tutti gli scrittori, più o meno famosi. Di Bianca adoro anche lo splendido humour, l’autoironia che traspare dalle cose che scrive, soprattutto su Facebook. Insomma, un’autrice che mi ha conquistato con Isolde non c’è più e Riverside vol. 1 e che non vedo l’ora di riscoprire con questo nuovissimo lavoro: Il desiderio lieve.
Prima di lasciarvi all’intervista (tra l’altro realizzata alla velocità della luce, mentre Bianca era in aeroporto, diretta a Milano) voglio parlarvi di questa splendida collana di ebook realizzata da Pink Magazine Italia, webzine dedicata al lato “rosa” del mondo. I Pink books escono in allegato a Pink Magazine Italia (ma sono disponibili anche online su Amazon). Sono racconti di vita, d’amore e d’impegno sociale: un mondo di storie per sorridere, piangere, arrabbiarsi, meravigliarsi e con protagonisti unici, il tutto all’incredibile prezzo di lancio di € 1,99 con la possibilità di scaricare l’eBook a soli € 0,99 nel giorno di uscita di Pink Magazine! Qualche settimana fa, ho recensito in anteprima uno dei primi Pink Books usciti, Christmas in Paris di Viola Spring, date un’occhiata se vi va!
Ma ora buttiamoci a capofitto in questa splendida intervista!
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Intervista a Bianca Cataldi
Cioa Bianca, benvenuta sul mio sito! Andiamo subito al punto. Laura, la protagonista de “Il desiderio lieve” è una scrittrice e soprattutto una lettrice. Parlami un po’ di lei, come nasce questo personaggio? Ci sono elementi biografici?
Ciao Angelica, e grazie per avermi accolta nel tuo blog! Laura nasce nei miei anni da studentessa universitaria. Ero ancora in triennale quando per la prima volta pensai a lei. Le ho regalato il mio colore di capelli, alcuni dei luoghi preferiti della mia città e, soprattutto, la mia passione per i libri. Laura è una sognatrice, una ragazza che vive con un piede nella realtà vera e con l’altro nel mondo letterario. Questa sua caratteristica, però, la porta spesso a confondere i due piani e a rendere la finzione letteraria molto più vera di ciò che dovrebbe essere. Perché anche i sogni, di tanto in tanto, sanno essere pericolosi.
In questo romanzo breve, parli di un tema piuttosto complesso: quello del sottilissimo limite fra realtà e fantasia. La protagonista vive in una specie di equilibrio perfetto fra i due universi, almeno finché un’attrazione non calcolata la fa sbandare. A quel punto, è difficile distinguere la realtà dalla fantasia. Quanto ha influito il mondo reale nella creazione di questa storia? Sei partita da qualcosa di concreto o le radici di questa storia affondano nella pura fantasia?
Per questo libro sono partita da qualcosa di davvero molto concreto, ovvero da un’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle. Al secondo anno di triennale ho davvero beccato una cotta micidiale per un mio collega che, neanche a dirlo, era sul serio il personaggio di una mia storia… QUESTA storia. Fin qui, tra me e Laura non c’è proprio alcuna differenza. Poi, naturalmente, la fantasia ha avuto il sopravvento e ho costruito intorno a Laura una serie di situazioni che non hanno nulla a che fare con ciò che ho vissuto in prima persona. La cosa curiosa è che questo libro, iniziato nel 2012, è stato portato a termine solo quattro anni dopo, forse proprio perché ho avuto bisogno di rielaborarlo e di staccarmi del tutto dalla parte autobiografica della vicenda. Ebbene sì, il confine tra realtà e fantasia sa essere davvero molto labile, certe volte!
L’amore è un altro dei temi portanti del romanzo: è la forza che sconvolge il mondo di Laura. Per te è questo l’amore? Una forza che non può essere controllata, una sorta di stargate tra realtà e fantasia?
Sì e no. Mi spiego: l’amore, secondo me, ha due facce che si susseguono in ordine cronologico. La prima faccia è quella che si trova a vivere Laura con lo studente, ovvero una passione travolgente che acceca e che la costringe a mettere in dubbio tutte le sue certezze. Questo aspetto, però, non basta a costruire l’amore. L’amore vero è forse la seconda faccia, ciò che viene dopo l’ondata iniziale di passione e che resiste al logorio del tempo e alla caduta delle illusioni. Nessuna delle due facce può prescindere dall’altra. Non credo agli amori “tranquilli”, a quelli che iniziano senza passione e che partono da subito con un affetto quasi fraterno. Allo stesso modo, però, non credo nemmeno a quegli amori che sono solo “sturm und drang” e che non portano da nessuna parte. L’amore vero è forse un compromesso tra i due aspetti. La persona che ami è quella da cui vieni travolta, ma è anche quella davanti alla quale non ti vergogni di mostrarti col pinzone nei capelli e la macchia di sugo sul pigiama.
Il titolo del romanzo è “Il desiderio lieve”, una specie di ossimoro, no? Colleghiamo il desiderio con una forza prorompente, in questo caso perché è “lieve”?
Eheh, hai colto nel segno! Hai ragione, è un ossimoro perché si tratta di un desiderio che “non basta” per costruire qualcosa di solido. Laura non è veramente attratta dall’altro, dalla sua naturalità e dalla sua esistenza materiale nel mondo. Ciò da cui è attratta è l’illusione, il mondo letterario che ha costruito intorno a quella persona. Ecco perché il desiderio è “lieve”: perché muove i suoi passi in una post-realtà, per dirla con Eco, e cioè in un mondo che è vero solo finché è l’illusione a tenerlo in piedi.
Descrivi Bianca scrittrice: secondo te è più calata nella realtà o nella fantasia?
La Bianca scrittrice è schizofrenica, lo ammetto. Quando scrive per ragazzi, si lascia andare completamente alla fantasia e dimentica persino il suo nome. Quando scrive per adulti, però, è costretta a scendere a patti con la sostanza vera della cose. Non saprei dire quale dei due aspetti mi rappresenti di più, però so che non riuscirei mai a rinunciare né all’uno né all’altro.
Raccontaci qualcosa dei tuoi prossimi progetti.
C’è un po’ di fermento, in questo periodo, ma ciò che posso dire è che senz’altro è in arrivo qualcosa di nuovo. Soprattutto, è in corso un esperimento a quattro mani con una scrittrice che amo profondamente e che è mia grande amica, Maria Capasso. Parole d’ordine: Parigi, libri e caffè.
Se si potesse realizzare un tuo sogno, nell’immediato, quale sarebbe?
Viaggiare. In realtà lo sto già facendo, ma mi piacerebbe lanciarmi in progetti più ambiziosi, come il Tumbleweeding alla Shakespeare & Co. di Parigi e un interrail in Europa.
Saluta con la tua citazione preferita.
Vi saluto con la citazione di Thomas Mann (La morte a Venezia) che apre il romanzo e che secondo me ne esprime appieno il senso: “L’uomo ama l’uomo e lo onora finché non è in grado di giudicarlo, e dall’incompleto conoscersi nasce il desiderio”. Grazie infinite per avermi accolta!