L' Efebo orante ritrovato a San Casciano dei bagni (Siena)

Hai viso di pietra scolpita, sangue di terra dura, sei venuta dal mare.

In qualche luogo i sogni diventeranno realtà. C’è un lago solitario illuminato dalla luna per me e per te come nessuno per noi soli.

Se quelli che sentono l’angoscia fossero di più, il mondo finirebbe. Se non esistessero proprio, il mondo non avrebbe alcuna ragione di esistere.

C’è un Sorriso d’Amore, E c’è un Sorriso d’Inganno, E c’è un Sorriso dei Sorrisi In cui questi due Sorrisi si incontrano.

Stiamo intorno al bidone col fuoco e ci scaldiamo le mani e la faccia, nel suo puro calore avvolgente.

Ho detto alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare.

Prima costruii sulla sabbia, poi costruii sulla roccia.

Federico Garcia Lorca, il poeta della Generazione del ‘27, simbolo dell’edad de la plata.

Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire.

Questi sono i versi finali di una poesia di Patrizia Cavalli, scomparsa a giugno di quest’anno.

Con quella qualità dei grandi pugili: incassare e rimanere saldi.

Tra l’andarsene e il restare dubita il giorno, innamorato della sua trasparenza.

Chinati, ti devo sussurrare all'orecchio qualcosa: la poesia di Josif Aleksandrovič Brodskij.

Nella mia stanza il mondo è al di là della mia capacità di capire: poesia di Wallace Stevens.

Se il sonno fosse (c’è chi dice) una tregua, un puro riposo della mente: poesia di Borges.

Every night and every morn / Some to misery are born: William Blake.

Addio, dimentica e perdona. E brucia le lettere, come un ponte.

Non devo uccidere non devo tradire Questo lo so Devo imparare ancora una terza cosa: Non devo abituarmi.

Poesia tratta da Cesare Pavese “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Einaudi, Torino, 1952

Ogni domani è l’ardesia su cui ti invento e ti disegno: poesia d'amore di Julio Cortazar