Oggi vi parlo di una nuova lettura completata: Ribelle di Cristina Zavettieri, pubblicato qualche mese fa da Delrai Edizioni. Prima di tutto voglio presentarvi questa giovane e già avviatissima e nota Casa Editrice: la Delrai è nata dalla passione della sua fondatrice, Malia Delrai, che ha tirato su dal nulla una Casa Editrice da far invidia a molte CE più vecchie e “blasonate”. Ho seguito la nascita e l’evolversi di questo editore e devo dire che mi ha lasciato sorpresa piacevolmente per la professionalità (merce assai rara) e la cura dei suoi libri. Io per ora ho letto solo il romanzo di Cristina, che era quello che mi aveva subito colpito di più per l’ambientazione e i contenuti amorosi (ogni tanto anche io ho bisogno di leggere cose romantiche), ma conto di leggerne anche altri!
Ma andiamo direttamente alla recensione!
TITOLO: Ribelle
AUTORE: Cristina Zavettieri
EDITORE: Delrai
COLLANA: Mira
GENERE: romance storico
AMBIENTAZIONE: Napoli, 1795
TRAMA:
Napoli, 1795.
Un ribelle e un’anticonformista. Federico Dalla Croce è un uomo dal carattere impossibile e dalla sensuale bellezza. Figlio illegittimo del re di Napoli, non crede ai suoi occhi quando Bianca di Albano lo infilza con una freccia per rimetterlo al proprio posto. Come osa sfidarlo? Dal canto suo, Bianca non ha mai conosciuto un nobiluomo tanto arrogante, capace con un solo sguardo di irritarla. Attraente, ma privo di ogni morale. Lei sa che non potrà mai appartenergli.
Tuttavia la passione esplode e i due si ritroveranno ad affrontare un matrimonio di convenienza. La lotta ha inizio: la tentazione di cedere è forte, ma l’orgoglio di più. Sembra quasi che l’amore non sia sufficiente ad appianare le divergenze delle anime ribelli.
Un romanzo dove la tensione erotica riesce a trasportare il lettore nella storia per fargli vivere il fuoco di un’emozione totalizzante, che lo lascerà senza fiato.
ED. DELUXE Prezzo: 16.50 € | ED. ECONOMICA Prezzo: 9.90 € | ED. DIGITALE Prezzo: 2.99 €
Non leggevo uno storico da molto tempo: uno degli ultimi è stato L’altra donna del re di Philippa Gregory, che mi è piaciuto moltissimo. Ricordo ancora con passione la mia collezione di romanzi dedicata ad Angelica, la marchesa degli angeli, saga lunghissima (io sono arrivata al sesto libro della serie) scritta dai coniugi Anne e Serge Golon. Insomma, avevo proprio voglia di leggere una storia ambientata nel passato ad alto contenuto amoroso e il romanzo di Cristina mi ha dato questa possibilità.
La storia è ambientata a Napoli nel 1795, qualche anno prima dell’unità d’Italia: un periodo burrascoso e complesso della nostra storia, nel quale emerge la figura di Ferdinando di Borbone, re di Napoli, detto “Il re Nasone”, uomo pratico e amante della bella vita e delle donne. É con lui, che inizia questa storia: il re è stato, come suo costume, con donna e ne ha avuto un figlio, il nostro Federico, che crescerà nel lusso, adottato da un buon amico di suo padre il re.
Federico viene cresciuto nell’affetto e nella comprensione, ma il suo carattere ribelle lo porta spesso e volentieri a contrapporsi alle regole della buona società: come il suo padre naturale, ama le donne, adora le relazioni basate sul sesso e rifugge i legami più profondi. Bellissimo e fiero, le donne s’innamorano di lui a prima vista, perciò che grande smacco e che terribile sorpresa scoprire che la bellissima Bianca di Albano, nobildonna napoletana tanto sensuale quanto orgogliosa, in lui non vede che uno zoticone insopportabile che corre dietro a ogni sottana.
Per chiarire i suoi sentimenti verso il ragazzo, Bianca non esiterà a scagliargli contro una freccia, per difendersi dalle avance di Federico: è una dichiarazione di guerra. A ogni rifiuto di Bianca, Federico risponde con una provocazione, in una battaglia senza esclusione di colpi, che li porterà a stringere sempre più i loro rapporti finché saranno entrambi costretti a un matrimonio riparatore. E a quel punto che inizia il bello: i due, stremati dalla lotta, sono attratti l’uno dall’altra e allo stesso tempo provano a prendere le distanze. Per Federico, Bianca è solo un’altra conquista, la più bella e la più fiera, per la sua collezione. Per Bianca, Federico è l’ennesimo, sgradevole corteggiatore insistente e presuntuoso, che crede di poter governare il suo destino in quanto maschio.
Nessuno dei due vuole ammettere che l’attrazione che provano si sta trasformando in un sentimento violento e profondo.
La storia è bella lunga, quindi mettetevi comodi e godetevi ogni schermaglia, ogni scambio di desiderio mascherato da insulti, dei due protagonisti: dal 1795 arriveremo all’Unità d’Italia, percorrendo in questo lungo tratto di tempo la trasformazione del rapporto fra Bianca e Federico, l’amore, la crescita dei due personaggi. Gli avvenimenti storici sono solo accennati, diventano protagonisti solo alla fine: tutta l’attenzione dell’autrice è concentrata sulle figure di Bianca e Federico, tratteggiate abilmente in tutti i loro risvolti.
Lo svolgimento dell’azione è lineare: un uomo e una donna si odiano, avranno a che fare con le loro nature diverse e il fastidio che provano l’uno per i difetti dell’altra, costretti in un matrimonio combinato e quindi a condividere il tetto sulla testa e soprattutto la camera da letto, entreranno in contatto con altre persone, alcune buone, altre intenzionate a separarli, conosceranno la gelosia, il piacere sessuale e, forse, scopriranno l’amore.
Se la prima parte del romanzo risulta più statica, dedicata quasi esclusivamente all’evolversi del rapporto amoroso fra i due, la seconda parte è quella più movimentata in cui la scena politica e storica del tempo entra con prepotenza nella storia.
La messa a punto dell’identikit psicologico di ciascun personaggio è approfondita, soprattutto per quanto riguarda i due protagonisti: dopo averli visti agire per un po’, si possono indovinare le loro reazioni, sempre coerenti con la struttura pensata dall’autrice, nonostante i cambiamenti e la crescita cui vanno incontro. Riusciamo a vederli, anche grazie alla sapienza con cui Cristina riesce ad approfondire le loro peculiarità fisica e al modo in cui è chiarito dall’autrice il tracciato delle relazioni fra i vari personaggi, non solo quelle fra Federico e Bianca, ma le parentele, i rapporti sociali e le dinamiche che intercorrono fra tutti quelli che compaiono sulla scena.
Molto bello, in questo senso, il rapporto di Federico con la donna che l’ha cresciuto, l’unica che riesce a vederlo per ciò che è davvero, al di là dell’aspetto minaccioso ed egoista. Anche i rapporti più conflittuali (quelli di Federico con una donna con la quale ha avuto una relazione, pazza di gelosia e quelli di Bianca con un ex spasimante) sono ben caratterizzati, tanto che ho avuto l’impressione, leggendo, di trovarmi davanti al palcoscenico di un teatro, con i due protagonisti al centro, inquadrati dalla luce e tutta una serie di comprimari nell’ombra che, al momento opportuno, mostrano il loro volto e il ruolo che hanno nella storia.
La cosa che più mi ha colpito di questo romanzo è l’espressività del linguaggio di Cristina Zavettieri: una voce narrante coerente, fluida, che è riuscita a mescolare la lingua della narrazione a quella dei personaggi (in qualche caso, il napoletano) e a passare da un POV all’altro mantenendo l’identità e la caratterizzazione dei personaggi, recitando di volta in volta il ruolo di Federico, di Bianca e di tutti gli altri, senza eccedere, conservando sempre il tono giusto per ognuno.
Dicevo che l’ambientazione resta solo sullo sfondo, il periodo storico, con le sue complessità, non entra in contatto più di tanto con la storia fra i due, se non alla fine: ogni interesse è rivolto alla storia fra i due, da lettrice avrei voluto saperne di più, mi sarebbe piaciuto vedere la coppia ribelle gettata nella mischia della storia che portò all’Unità d’Italia o avrei voluto che l’autrice aggiungesse una sottotrama, intrighi, misteri (come accade nei romanzi di Angelica, per esempio), perché credo che lo stile in cui Cristina racconta sia splendido e si presti anche a trame più complesse. In ogni caso, si vede che in questo caso l’autrice vuole concentrarsi sull’amore tra i due, senza farsi distrarre da altre questioni: il ritmo della narrazione risulta scorrevole, fluido, accattivante e l’evoluzione della storia ci conduce ben presto verso il climax finale, in cui tutti i nodi verranno al pettine.
Ribelle è un romanzo pieno di eros, è palpabile nelle scene di sesso descritte dall’autrice, eppure sempre bilanciato, mai ridicolo. L’autrice sa farci vedere il desiderio e sa descriverlo con le parole giuste per rendere tutto credibile, reale, appassionante. Ho trovato in questo romanzo alcune delle migliori scene d’amore di sempre, per stile e per ritmo: ce ne sono molte, tutte diverse, tutte della giusta durata e intensità. Mi sento di consigliare questo libro a chi ama gli storici in cui amore ed eros si mescolano in parti uguali: è un romanzo che si legge d’un fiato, nonostante la mole, merito di un’autrice dallo stile fresco che ha saputo mettere sulla scena personaggi accattivanti ai quali, alla fine, non ci si può che affezionare.
Grazie mille per questa recensione! Sono felice che ti sia piaciuto il romanzo di Cristina. <3 Grazie mille!! <3
Grazie mille per avermi dato l’opportunità di leggerlo! <3