Finalmente torno ad aggiornare il blog con una recensione fresca fresca: si tratta de Il club del piumino rosso di Antonia Grimaldi edito L’Isola dei Ragazzi. Presenterò l’autrice domenica 5 marzo (a Pontecagnano, al Museo Archeologico, per chi fosse della zona e volesse partecipare) e parleremo proprio di adolescenza, libri, amicizia, crescita, ecc. Antonia Grimaldi è anche Vice Direttore Artistico del Giffoni Film Festival e quindi sarà interessante parlare con lei di ragazzi e di questa deliziosa storia di formazione!
Autore: Antonia Grimaldi
Titolo: Il club del piumino rosso
Editore: L’Isola dei Ragazzi
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Trama:
Un piumino rosso e un mistero da svelare. Una storia di amicizia costruita a poco a poco, complici l’età e la passione fortissima per le storie raccontate nei libri.
Un piccolo romanzo di formazione adolescenziale e letteraria popolato da personaggi della letteratura classica e contemporanea che diventano modelli a cui riferirsi nel delicato passaggio dell’adolescenza.
Mi chiamo Giovanna e non ho alcun talento.
Inizia così Il club del piumino rosso: Giovanna è la protagonista, come ogni adolescente, insicura, critica verso se stessa e in cerca della sua strada. Ma in realtà, se Giovanna inizia dicendoci che non si piace, poi continua elencando tutto ciò che invece le piace fare: scrivere, leggere, ascoltare musica, così comprendiamo subito che la percezione che Giovanna ha di sé è distorta, è la percezione che tutti gli adolescenti hanno di loro stessi.
Il mondo di Giovanna è fatto di storie e di sogni, questa timida ragazzina riempie la sua vita di parole e melodie per non pensare al fatto che resterà sola per sempre: non avrà mai amici, non avrà mai un ragazzo. É la condizione tipica dell’adolescenza: chi non ricorda tutte le paure del presente e le speranze riposte nel futuro?
Quando non si ha ancora il proprio posto nel mondo, il mondo è un luogo difficile, popolato da nemici, nemici che si trovano in famiglia (i genitori, che troppo spesso non capiscono cosa passa per la testa dei loro figli). Giovanna si muove goffamente nel mondo, esplorando con interesse e paura ciò che ha intorno, portando sulle spalle, come un fardello, l’età che la contraddistingue: la pubertà. Giovanna odia questa parola, le sembra disgustosa e in effetti è così: è come se descrivesse tutto ciò che, in peggio, sta cambiando. Un corpo pieno di difetti che non passano inosservati, un corpo che si muove goffamente fra i suoi stessi desideri.
Giovanna si annoia, non ha ancora trovato le persone giuste con cui condividere le sue giornate, finché un giorno, nel cortile di casa, non avvista una ragazzina che indossa un piumino rosso, impegnata a leggere un libro su una panchina, incurante del freddo. Da quel momento, l’interesse della protagonista è catturato dalla ragazzina col piumino rosso, alla quale Giovanna si sente profondamente legata per via della passione per la lettura. Leggere è una cosa socialmente inaccettabile, considerato “da sfigati” fra gli adolescenti e Giovanna si è sempre sentita una specie di alieno per questo. Perfino suo cugino, che legge tantissimo, davanti agli amici fa finta di no.
Ecco perché Giovanna è eccitata all’idea di aver trovato una persona così simile a lei: da questo momento comincerà a indagare per conoscere la vera identità della ragazza col piumino rosso e da questo momento inizierà anche a osservare il mondo e anche se stessa con occhi completamente diversi, perché per conoscere se stessi bisogna guardarsi come in uno specchio: riflessi nei propri simili.
É bello vedere come Giovanna trasforma la realtà che la circonda in una storia: la sua fervida fantasia, alimentata da libri, musica e film, le permette di vedere particolari che gli altri non notano. Sognare a occhi aperti, come fa Giovanna, è altro un modo per conoscere la realtà.
Questa dunque è una riflessione sull’adolescenza, i sogni e le paure, sull’amicizia che salva e rende la realtà migliore, sul potere salvifico dei libri, della musica (che avvolge in un mantello caldo e confortante), dei film. É una riflessione sul dialogo madre-figlia, non sempre chiaro, non sempre facile ma assolutamente necessario, e anche sulla scuola che, come dice Giovanna, “se fosse bella, forse vorremmo starci di più”.
É di certo un libro per ragazzi ma anche un libro per adulti che vogliono capire qualcosa in più del mondo dei ragazzi, un modo per ricordare come ci si sentiva quando non si era ancora “qualcuno”, quando la vita era un frammento di paesaggio da una finestra e volevamo sapere, terrorizzati ma curiosi, cosa c’era al di là dell’orizzonte.