Ciao a tutti booklovers! Devo assolutamente riuscire a organizzarmi meglio col blog: ho sempre un migliore di idee, ma non ho mai il tempo di fare una programmazione decente. Comunque, da oggi, calendario alla mano, ho deciso di pubblicare almeno un contenuto originale al giorno (quindi che non sia una segnalazione e/o post copiati da uffici stampa!) Spero di riuscirci! Cominciamo dunque con la recensione di un libro inviatomi gentilmente dall’autore diverso (molto!) tempo fa! Purtroppo la lista di lettura aumenta esponenzialmente ogni giorno e, di conseguenza, i tempi per le recensioni. Comunque, il libro di cui vi parlo oggi è Ora, per sempre e oltre di Demetrio Verbaro, un romanzo breve che parla di amore, sofferenza, distacchi e segreti. Purtroppo, pur avendo buone potenzialità, la storia non mi ha convinto. Vi spiego perché.
Attenzione, la recensione contiene spoiler!
TITOLO: Ora, per sempre e oltre
GENERE ROMANZO: narrativa generale, rapporti familiari
CASA EDITRICE: lettere animate
PAGINE: 122
PREZZO CARTACEO:
PREZZO EBOOK: 1,49
FORMATO: e-book
ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA DI:
DATA DI USCITA: 24/05/2016
TRAMA: Davide e Giulia sono due ragazzi innamorati che si conoscono fin dall’asilo e che si sposano pieni di speranza per un futuro insieme. Il loro amore è semplice, genuino, profondo. Ma non riescono a diventare genitori e dopo che il dottore conferma che per loro sarà impossibile concepire figli, qualcosa si rompe nel loro rapporto. Entrano in un vortice che li travolge: litigi, tradimenti, risentimenti, divorzio. Ma come la mantide guidata dall’istinto si riproduce pur sapendo di morire alla fine dell’accoppiamento, così uno di loro guidato dall’amore si sacrificherà per la salvezza dell’altro. Alla fine infatti si scoprirà che il vortice che ha spazzato via il loro matrimonio era stato creato da uno di loro in un gesto d’altruismo estremo.
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Il romanzo racconta la storia d’amore di Davide e Giulia, che si sono incontrati piccolissimi. L’amore tra i due sboccia subito ed attraversa tutte le fasi: da cotta infantile, a primo vero amore adolescenziale fino ad arrivare al matrimonio.
Che cosa è successo, negli anni, a Davide e Giulia? Ce lo racconta un uomo in ospedale, malato, che attende di morire: l’infermiera che si prende cura di lui, Carmela, gli legge delle lettere d’amore, lettere che raccontano la sua storia con Giulia: perché l’uomo destinato a morire è proprio Davide.
Perché i due si sono allontanati?
Scopriamo la storia poco per volta, leggendo le lettere che si sono scambiati; e qui, devo dire, ho individuato il primo errore: è chiaro che le lettere siano più romantiche, ma il romanzo è ambientato ai giorni nostri, ho trovato inverosimile l’idea di comunicare quasi esclusivamente tramite la parola scritta. Dico quasi esclusivamente, perché i due parlano della loro vita, descrivendo dettagliatamente le vicissitudini vissute, come se non avessero mai avuto modo di dirsi queste cose tramite telefono o di persona. Perfino quando, dopo un periodo di allontanamento, i due si rimettono insieme lo fanno tramite lettera: è davvero un po’ troppo anacronistico che decisioni così importanti vengano prese scrivendosele.
L’autore, difatti, si trova di fronte poi al problema di raccontarci altro che non può essere scritto in una lettera, per cui è costretto a utilizzare diversi punti di vista e tecniche narrative e questo ha dato vita a un racconto confuso in cui i flashback si mescolano ai ricordi delle lettere, ai pensieri dei protagonisti, ecc. ed è difficile, per il lettore, distinguere voci narranti, tempi, luoghi.
C’è un’attenzione quasi esclusiva sui sentimenti, poca sulla costruzione delle coordinate spazio/tempo, e difatti molta parte del romanzo è dedicata ai pensieri e agli scambi verbali e scritti fra i protagonisti, ma questo non permette a chi legge di entrare completamente nella narrazione. Avrei gradito una definizione più chiara dell’ambientazione generale e lo sviluppo descrittivo dei luoghi chiave, invece nulla.
Da parte mia, non sono riuscita minimamente a provare empatia coi protagonisti: davanti alla voglia disperata di maternità che conduce la coppia alla distruzione, mi sarei dovuta sentire coinvolta e anche di fronte all’estremo sacrificio che Davide compie per amore di Giulia. Invece tutto mi è sembrato falso e forzato, perfino banale.
In generale ho trovato questa storia inverosimile, l’autore insiste troppo sulle tragedie e l’estrema bontà e spirito di sacrificio di Davide, cosa che ha contribuito a farmi odiare i due protagonisti, la bontà innaturale di Davide, la freddezza di Giulia, i due, insomma, mi sono sembrati solo irritanti. Il loro identikit psicologico è poco approfondito, al di là del rapporto fra loro non sembrano avere nient’altro.
Il linguaggio, allo stesso modo, non mi è piaciuto: poco espressivo, pieno di frasi fatte, le parole messe in bocca ai protagonisti suonano finte, come lette da un dizionario, ci sono anche diversi errori e un numero incredibile di refusi, ho avuto l’impressione che il testo non sia stato revisionato.
Come ho già detto, la voce narrante non ha coerenza ed è difficile individuarne l’identità: cambia troppo spesso e il ritmo della narrazione è confuso e tende ad annoiare. L’evoluzione della storia mi è sembrata banale: davvero, l’idea di Davide di allontanare la moglie perché lui è malato e non vuole farla soffrire è già di per sé assurda e poco credibile, ma l’aggiunta di allontanarla facendosi trovare a fare sesso con la sua migliore amica è addirittura bislacca: nessuna aderenza alla realtà.
Il problema principale di questo romanzo, dunque, è la mancanza di un editing profondo.