buon-junkieDa tempo volevo iniziare una nuova rubrica, che mescola due mie grandi passioni, una vecchissima (la lettura), l’altra più recente (la cucina). La rubrica si chiama Libri & Ricette e in questo angolino, che aggiornerò in maniera del tutto sconclusionata (come faccio per tutte le rubriche del blog, purtroppo), vi racconterò le mie ricette (che sono soprattutto ricette di mia madre nelle quali mi piace cimentarmi) e i libri ai quali abbinarle!

Visto che il Carnevale si avvicina, oggi vi parlo di un dolce perfetto per questo periodo: le chiacchiere, come sono note qui a Salerno e in generale in Campania. Probabilmente le avrete anche sentite chiamare “frappe” (a Roma), “bugie” o “cioffe”, in ogni caso sono un dolce delizioso e piuttosto facile da preparare. La ricetta che vi darò io è quella napoletana con qualche variazione fatta da mia madre. File_000 (2)Le ho abbinate, proprio per questo, a un libro di mia madre e a una delle mie prossime letture: Jamaica Inn di Daphne Du Maurier, un’autrice di cui ho già letto Rebecca, la prima moglie e di cui ho in programma di leggere anche Mia cugina Rachele. Se, come me, amate Hitchcock questi titoli non vi suoneranno nuovi: il grande maestro ha trasformato molti romanzi della Du Maurier in capolavori della storia del cinema!

Detto ciò, ecco la ricetta delle chiacchiere di Raffaella (che è mia mamma)

Ingredienti

500 gr di farina 0 (o Manitoba) ~ di solito si usa la farina 00 per i dolci, ma io la evito visto che è molto raffinata e preferisco la 0
50 gr di burro (io uso quello senza lattosio, più leggero)
4 cucchiai di zucchero
1 uovo intero + due tuorli
1 bustina di vanillina
1 bicchierino di vino bianco
La buccia grattugiata di un limone
1/2 bustina di lievito vanigliato
1 cucchiaio di rum (o altro liquore dolce)
1 pizzico di sale

Preparazione

Sciogliere lo zucchero nel vino bianco, insieme al sale, al rum e alla vanillina. Disporre su un ripiano la farina a fontana mescolata al lievito, versarci dentro le uova, il burro fuso, la miscela appena preparata. Impastare fino, far riposare l’impasto ottenuto per un ora a temperatura ambiente. Stendere la pasta (lo spessore di circa un centimetro) e tagliare in striscioline con una rotella tagliapasta. Cuocere, infine, in abbondante olio di semi (è il migliore). Essendo sottili, basterà qualche secondo per lato.

Da mangiare mentre leggete:

Titolo: Jamaica Inn
Autore: Daphne Du Maurier
Editore: Beat
Collana: Superbeat
Edizione: settembre 2016
Trama: All’inizio dell’Ottocento, Mary Yellan, giovane orfana di belle speranze e di avvenente aspetto, giunge al Jamaica Inn, una locanda tra i picchi e le scogliere della Cornovaglia, terra, all’alba del nuovo secolo, di pietre e ginestre rachitiche, di pirati e predoni. Dopo la morte della madre, l’unica parente rimasta alla ragazza è la zia Patience, proprietaria della locanda insieme col marito Joss Merlyn. Nel viaggio attraverso la brughiera selvaggia della Cornovaglia, Mary ha immaginato il Jamaica Inn come un accogliente rifugio, una dimora degna di quella zia che, da bambina, le appariva leggiadra come una fata con le sue cuffie ornate di nastri e le sue gonne di seta. Il suo sgomento è grande, dunque, quando scopre che la taverna è un covo di vagabondi, bracconieri, furfanti e ladri della peggior specie, e che della zia Patience, giovane donna vanitosa e piena di vita, non è rimasto nulla. Al suo posto c’è una povera creatura sfiorita, terrorizzata da un uomo gigantesco e brutale: suo marito, Joss Merlyn. Mary Yellan scapperebbe subito da quell’edificio buio e malmesso, dove nessun avventore oserebbe mai mettere piede, se non fosse per lei un punto d’onore difendere la zia dalle angherie di Joss, e se la sfida con quell’uomo violento, sorta forse dalla segreta, inconfessabile affinità sempre esistente tra caratteri forti, non la solleticasse. Quella taverna è soltanto il porto di traffici illegali tra la costa e il Devon o è qualcosa di peggio? Acquista: Cartaceo ~ Ebook

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