Disclaimer:
A pochi giorni dal Decreto Zona Rossa avevo iniziato a scrivere un diario a puntate semi-serio sulla reclusione causa Emergenza Coronavirus, che poi, presa da altre cose, non ho più pubblicato. Lo faccio ora, anche se è un po’ anacronistico, forse. Questa era la prima puntata.
Giuro, la prossima Pandemia non mi troverà impreparata. Sarò costante.
Ecco, comunque, quello che scrivevo il 1 aprile.
“25 giorni a casa. Ah, no era un pesce d’Aprile”
Ci hanno detto 25 giorni a casa. Dai, 25 giorni. Che sono 25 giorni? Tanto là fuori non è che ci sia questo Carnevale di Rio, no? Restiamo a casa, volemose bene, poi, dopo 25 giorni, sarà tutto finito e torneremo di nuovo a evitarci per strada. Ma più magri, più belli e più colti. Forse il mondo si salverà davvero, dopo questo.
Così inizia il film vincitore dell’Oscar per la miglior sceneggiatura originale “25 giorni a casa”.
Spoiler: si trasforma in 28 giorni dopo.
25 giorni a casa: il programma ottimista
Lancio l’hashtag #25giorniacasa: scatterò foto dal balcone, osserverò quello che non mi prendo la briga di guardare di solito, i palazzi intorno, la strada sotto il balcone, i gabbiani sul fiume, il cielo. Uno sguardo nuovo sulle cose, per scoprire nuovi dettagli.
Mi iscrivo a quei corsi di lingua online che ho sempre voluto fare. Devo migliorare l’inglese, riprendere francese e spagnolo e poi sì, è il momento giusto per imparare i rudimenti di giapponese e tedesco. 40 euro per un abbonamento annuale sono pochissimi, dai lo faccio, ogni giorno mi impegnerò a migliorare.
È il momento per sfoltire la mia lista di libri da leggere chilometrica. Mi dedicherò alla lettura almeno un paio d’ore al giorno, che meraviglia!
Ho un sacco di progetti di scrittura mollati a metà perché ho poco tempo e non riesco mai ad organizzarmi, ebbene, questo è il mio momento!
Ok, restare tanti giorni a casa non farà bene al fisico, questo è certo. Io, però, ho la soluzione: lezioni di fitness online. Uscirò di qui finalmente pronta per la prova costume già ad aprile.
Perché tutto questo finirà ad aprile, vero? Andrà tutto bene e ne usciremo tutti migliori. Vero?
Risultati del programma: l’effetto “28 giorni dopo”
Già i primi exit poll descrivevano una situazione un tantino diversa dalle aspettative. Ma arrivati al 1 aprile, giorno del Pesce d’Aprile più riuscito della Storia, possiamo ormai dichiarare senza tema di smentita che Nostra Signora della Disperazione è decisamente avanti rispetto allo sfidante, inizialmente dato per favorito, il Ragionier “Andrà tutto bene”.
L’hashtag #25giorniacasa è terminato in data 11 marzo, cioè dopo 3 giorni di reclusione. Ho iniziato a invidiare i gabbiani e, contemporaneamente, a odiarli. Non volevo più fotografarli. Volevo colpirli con dei sassi.
Ho pagato un abbonamento di un anno per studiare le lingue e sono esattamente 25 giorni che non mi si vede sulla piattaforma. Mi arrivano email strazianti in cui mi dicono che manco tanto e che vogliono sapere che fine ho fatto. Ho iniziato a bestemmiare in sanscrito, vorrei rispondere. Ecco l’unica lingua che sto studiando.
È come se fossi regredita allo stato di analfabeta o di votante Lega. Non riesco a sostenere la lettura di più di mezza pagina. Riesco a pensare solo alle dirette di Conte e a quelle di De Luca. Che sono comunque il miglior appuntamento mondano di tutto il periodo.
I miei progetti di scrittura giacciono nel cassetto ancora in attesa. Non so più scrivere, come per i libri, sono regredita allo stato bestiale di seguace di Salvini: analfabetismo di ritorno da pandemia.
Le lezioni di fitness online sono la parte più tragicamente comica di tutta questa storia. Non solo non ho mai iniziato a fare palestra, ma credo di aver anche dimenticato come si cammina. Un po’ come Peter Griffin quando si dimentica come ci si siete (agevolo filmato).
La bella notizia è che tutto questo, per il momento non finirà. I 25 giorni sono diventati n giorni. Quindi, nel frattempo, posso davvero imparare di nuovo a leggere, scrivere e far di conto e perfino camminare.