Ho intervistato per Fantasy Planet la bravissima Jo Walton, autrice di Un altro mondo, romanzo fantasy e di formazione che ho recensito qui, vincitore di due premi prestigiosi come Nebula e Hugo.
Con Un altro mondo, pubblicato da Gargoyle, Jo Walton ha esordito in Italia dove spero di veder pubblicato anche gli altri suoi romanzi. Amante del fantasy e della fantascienza, Jo Walton è stata capace di raccontare la storia vera di una ragazza come tanta, un’avventura fantastica e una metafora della vita, tagliata su misura per tutti i “books lovers”!
1) Ciao Jo, grazie infinite per il tempo che ci dedichi e benvenuta su Fantasy Planet.
Ho letto d’un fiato Un Altro Mondo, per me è stato come un viaggio in una dimensione diversa, ho sempre trascurato la fantascienza a favore del fantasy e ora ho invece una lista infinita di libri di fantascienza da leggere!
Mi rivedo moltissimo in Mori (la protagonista di “Un Altro Mondo”), da adolescente ero più o meno come lei, questo mi ha commosso tantissimo, è stato come leggere il mio diario segreto.
A questo punto ti chiedo: quanto c’è in Mori di Jo Walton adolescente?
Molto. Con questo libro ho mitizzato una parte della mia vita.
2) In Un Altro Mondo il potere della letteratura è immenso: i libri fanno incontrare le persone, le consolano, tengono loro compagnia (Mori s’interessa a suo padre, a suo nonno, al suo primo ragazzo, proprio grazie ai libri) è questa, secondo te, la vera magia? Sono i libri i nostri veri “amuleti”?
Nella vita reale, la magia può funzionare solo nella tua testa. Quindi sì, il potere trasfigurante dei libri è reale, perché raggiungono la tua mente e ti cambiano.
3) Un Altro Mondo è stato definito un fantasy o un romanzo di formazione, ma quel che conta è che un bellissimo libro, che i libri belli siano alla base della formazione di un individuo è uno dei concetti che volevi emergessero dalla storia?
Ci sono persone che crescono bene anche senza libri. E poi ci siamo noi. Una delle cose che non avevo ancora realizzato prima che pubblicassi “Un altro mondo” è quante persone si sarebbero identificate con questo aspetto del personaggio. Moltissime persone sono cresciute fra i libri.
4) Il titolo italiano “Un Altro Mondo” al posto dell’originale “Among Others” anche se non racchiude tutta l’essenza del romanzo, sottolinea un aspetto che mi ha colpito moltissimo, quello dell’esistenza di mondi diversi. Uno dei topos della fantascienza e del fantasy è il viaggio in universi diversi dal nostro, i libri hanno questa funzione meravigliosa, ma nel tuo romanzo mi è sembrato di percepire che i mondi in cui le storie ci trasportano non sono semplicemente quelli della finzione, Mori entra in contatto con persone nuove (quindi con altri mondi) proprio grazie ai libri. Chi si rifugia nella lettura, insomma, non è detto che stia scappando dalla realtà, giusto?
Una delle cose che intendevo far emergere è che leggere non è semplicemente evadere. E’ evadere, certo – puoi leggere per fuggire una brutta realtà, e non c’è niente di male. Ma volevo anche dimostrare che Mori impara dai libri e applica nella realtà ciò che impara – a volte positivamente, altre meno. Ma l’esperienza della lettura davvero cambia il modo in cui lei vede le cose e soprattutto la maniera in cui agisce.
5) C’è una parte bellissima della storia, che mi ha commosso molto, ed è quando Mori sta per lasciarsi andare e seguire sua sorella, in poche parole sta per scegliere di morire. Poi si ricorda di non aver finito di leggere un libro e torna indietro, perché vuole conoscerne il finale. E’ un po’ una metafora della vita, ovviamente scritta su misura per gli amanti dei libri?
E’ una domanda difficile, perché è qualcosa che mi è accaduto davvero. Voglio dire, sì, è una metafora come tu dici, ma è anche una parte della mia esperienza di adolescente. Non è successo nel modo in cui è descritto nel libro, ma ho pensato seriamente al suicidio e poi ho immediatamente pensato che se mi fossi uccisa non avrei mai finito il libro che stavo leggendo e di certo, questo è metaforico, siamo tutti a metà strada di qualcosa e non vogliamo interromperlo, ma era anche un libro reale.
6) Un Altro Mondo si apre e si chiude con un omaggio a Tolkien, all’inizio è solo una citazione (quando si parla degli ucorni) e alla fine diventa una scena epica, nello scontro finale fra Mori e sua madre. E’ J. R. R. Tolkien l’autore a cui devi di più come scrittrice?
Sì. Amo Tolkien e l’ho letto molto giovane, è stato molto importante per me, gli devo molto sia come scrittrice che come persona.
7) Stai lavorando a qualcosa di nuovo al momento?
Sì, sono in fase di revisione di un romanzo che s’intitola “The Philosopher Kings” che parla di divinità greche e viaggiatori del tempo ed è ambientato durante la Repubblica di Platone. E’ il secondo libro di una saga, il primo è “The Just City” e uscirà l’anno prossimo.
8) La domanda da un milione di dollari, quella che si fa anche Mori, la domanda che si fanno tutti gli amanti del genere: se proprio dovessi scegliere fra fantasy e fantascienza cosa sceglieresti?
Fantascienza. Scrivo fantasy, ma la fantascienza è ciò che preferisco leggere. E se la vera domanda fosse stata, come nel libro, “passato o futuro?” la mia risposta sarebbe stata la stessa. Amo la storia, ma guardo sempre avanti per scoprire che cosa succederà dopo. Quindi se mi chiedi di scegliere fra elfi e Plutoniani, dammi i Plutoniani, sempre.
9) Ultima domanda: hai trovato la tua “karass“?
Sì. Ci è voluto molto, ma ho un sacco di amici ora. E’ meraviglioso. Non so come abbia fatto ad essere così fortunata.
JoWalton_Interview – versione inglese – thanks to British Boy
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