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Kit d’emergenza per… San Valentino: un libro, un film, un’opera d’arte
Inauguro proprio oggi una rubrica a tema che come il novanta per cento delle rubriche che di tanto in tanto inauguro si fermerà alla prima puntata. L’importante è essere onesti. Che tipo di rubrica sarà? Per ogni tema, sceglierò un kit di sopravvivenza che poi sarebbe un libro e relativa citazione, un film e un’opera d’arte da abbinarci. Dai, è abbastanza semplice, ce la posso fare. In realtà questo pezzo doveva essere pubblicato ieri, per San Valentino appunto, ma non ci sono riuscita. Iniziamo baldanzosi, evviva.
Ieri, dicevamo, è stato San Valentino che prima di essere il Giorno degli Innamorati di tradizione cristiana era una festività romana chiamata Lupercalia durante la quale i romani con la loro consueta sobrietà si denudavano e andavano in giro a frustare la gente, soprattutto le donne, per favorirne la fertilità. È qui la festa? Sì! Dov’è la festa? Qui!
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Il Cristianesimo cancella l’usanza pagana e uno, giustamente, pensa: va beh, ora la sostituiscono con una celebrazione in cui tutti si vogliono bene e si divertono senza farsi male? Una cosa leggera, positiva, che ti fa venire voglia di vivere… Idiota di un Tuc! Questa non è una passeggiata hobbit!
Una delle leggende (che riporto molto brevemente e molto superficialmente) su San Valentino racconta che Valentino di Terni, protettore degli innamorati (e degli epilettici, non so perché le due cose sono state accostate ma facciamoci una domanda e diamoci una risposta) si sia guadagnato il suo appellativo celebrando il matrimonio tra il pagano Sabino e la cristiana Serapia. Siamo nel 273 d.C. circa, durante l’Impero Romano e i Cristiani sono perseguitati per il loro credo, inoltre i matrimoni misti sono proibiti. Il coraggioso Valentino non ci sta, i due ragazzi si vogliono bene e quindi lui decide di sposarli. E fin qui tutto bene.
Purtroppo, però, poco prima delle nozze la ragazza – eccallà – si ammala di tisi, Sabino non vuole vivere senza di lei, la malattia è mortale quanto fulminante, “sposaci lo stesso” dice il ragazzo “e benedici la nostra unione”. Valentino, così, li benedice e i due tirano le cuoia insieme due secondi dopo. Pensa se li avesse maledetti. “Va beh, può capitare. Il mio lavoro qui è finito” dice a quel punto l’uomo, ma invece no, perché al grido di “C’è Gigi? E la Cremeria?” citofona un gruppetto di affabili romani inviati dall’imperatore in persona che ha saputo che Valentino celebra matrimoni proibiti. L’uomo viene trascinato via, bastonato, torturato e, infine, decapitato.
Insomma, il giorno dell’Amore nasce su solide base di follia collettiva, ma va bene così, accettiamo tutto e tutti in questo circo Burzum che è la vita. Vive l’amour.
Fatta questa per nulla doverosa premessa, ecco il kit di sopravvivenza per sfangarla anche stavolta.
Kit di sopravvivenza per amanti felici
Per chi è davvero innamorato è un giorno come un altro: non serve celebrare l’amore, ci amiamo già tutti i giorni e poi è una festa consumistica, “inventata dai fabbricanti di cartoline d’auguri per fare sentire di merda le persone” come si dice in Eternal Sunshine of the Spotless Mind (che non chiamerò mai col suo abominevole titolo in italiano); tutto vero, ma festeggiare e farsi i regali è bello, soprattutto se sono libri, e pure scolarsi una bottiglia di vino di straforo alla nostra salute, amore mio. Perciò rimandiamo a domani la lotta al capitalismo e su i calici. Cheers.
Libro: Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov (la recensione è qui)
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Una delle mie coppie di carta preferite: lo scrittore visionario e la bellissima strega. Ambientato nella Mosca degli anni ’30 dove, di punto in bianco, arriva Wioland, cioè Satana in persona (che io ho sempre immaginato con la faccia di David Bowie o di Peter Murphy) a sconvolgere la società russa e le vite dei protagonisti. Bulgakov scrive questo gioiello in pieno stalinismo, non un periodo facile per gli scrittori, anche se Bulgakov ha il gran vantaggio di essere nelle grazie dell’Uomo di Acciaio. Il Maestro e Margherita, “il romanzo sul diavolo” come lo chiama il suo autore, critica ferocemente la società russa del tempo e per questa ragione resterà chiuso in un cassetto per anni e anni. Uscirà solo negli anni ’60.
Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore! No, si ingannava il maestro quando all’ospedale, verso mezzanotte diceva con amarezza a Ivanuska che essa l’aveva dimenticato. Questo non poteva accadere. Lei naturalmente non l’aveva dimenticato.
Film: Ladyhawke, 1985 regia di Richard Donner con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer
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Noi bimbi degli anni ’80, diamo la colpa a Ladyhawke per le nostre alte aspettative sull’Amore. Questo film bellissimo – girato tra l’altro interamente in Italia, tra Cremona, Parma, Piacenza e Massa Carrara e nello splendido castello di Rocca Calascio – è opera di Richard Donner, scomparso nel 2021 e autore anche dei Goonies, ragion per cui non saremo mai abbastanza grati. Ladyhawke è la storia dell’amore tra l’ex capitano della guardia Etienne Navarre (interpretato da Rutger Hauer) e Isabeau d’Anjou (Michelle Pfeiffer) colpiti da una maledizione: di giorno lui è umano e lei un falco, di notte lei è umana e lui un lupo. In questo modo i due non possono che sfiorarsi soltanto, all’alba e al tramonto. Tutto questo perché il vescovo malvagio, innamorato della bellissima Isabeau, ha fatto un patto col diavolo e lanciato loro una maledizione che durerà finché non ci sarà “una notte senza il giorno e un giorno senza la notte”.
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Kit di sopravvivenza per amanti infelici
Per quelli in coppia con una persona che non amano più da anni ma che hanno dimenticato che esiste l’opzione divorzio/separazione, San Valentino è una rottura di scatole in cui il livello della finzione è tale che meriterebbe una nuova categoria all’Academy Award. Due opzioni: fingersi innamorati e scrivere dichiarazioni d’amore sui social o fingersi morti e farsi dare il doppio turno al lavoro. Nella categoria degli amanti infelici inseriamo anche gli innamorati non corrisposti, i Leopardi e i Dante, i romantici col fisico da nerd e il cervello da Nobel che s’innamorano di donne che prima li friendzonano e poi muoiono. L’opzione bottiglia di vino è validissima anche qui.
Libro: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
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Uno dei miei libri preferiti, il Re dei Libri sull’amore non corrisposto: Gatsby era troppo povero e spiantato per sposare l’amore della sua vita, così sparisce dalla circolazione per tornare anni dopo, bello e ricco, a reclamare la sua bella. La donna per la quale continua a struggersi è sposata con un ubriacone, un fedifrago, un uomo, tutto sommato, di poco valore e dai bassi istinti, inferiore sicuramente a Gatsby in quanto a nobiltà d’animo, e questo rende tutta la vicenda ancora più deprimente. Perché accidenti, la bella e infelice Daisy, non ha scelto Gatsby? Perché la vita è crudele, gli uomini di più e le donne amano farsi del male.
Il suo cuore batté sempre più forte quando il viso bianco di Daisy s’avvicinò al suo. Sapeva che baciando quella ragazza, e unendo per sempre quelle indicibili visioni al mortale respiro di lei, la sua mente non avrebbe più spaziato come quella di Dio. Perciò aspettò. Ascoltando ancora per un momento il diapason che aveva battuto su una stella. Poi la baciò. Al tocco delle sue labbra, Daisy sbocciò per lui come un fiore e l’incantesimo fu completo.
Film: Lost in translation, 2003 regia di Sophia Coppola con Bill Murray e Scarlett Johansson.
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Il maturo Bob e la giovane Charlotte, si incontrano e fanno amicizia in un lussuoso albergo di Tokyo. Entrambi sposati, entrambi infelici e piuttosto soli. Passano molto tempo assieme, ma il soggiorno in Giappone è destinato a terminare. Finale bellissimo e dal sapore agrodolce e una colonna sonora pazzesca (My Bloody Valentine, Jesus and Mary Chain… cosette così).
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Kit di sopravvivenza per amanti arrabbiati
San Valentino è il giorno dell’ira per i delusi dall’amore che oggi lanceranno nell’etere i loro mordaci messaggi contro l’obsoleta istituzione dell’amore e sulle indubbie corna che ornano il capo di chiunque sia in coppia al momento. Che poi capisco eh, sono stata cervo a primavera anche io, eppure non ho mai smesso di aver fiducia nell’amore, perché non è l’amore il problema, ma la nostra incapacità di riconoscere gli ebeti al primo colpo e condurli senza indugio nell’isola ecologica più vicina.
Libro: Cime tempestose di Emily Bronte
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La brughiera, con le sue nebbie e i suoi fantasmi, le piogge improvvise, il vento furioso e la cupa dimora chiamata Wuthering Heights (cime tempestose, appunto) fanno da sfondo al tormentato, terribile, crudele amore fra la bellissima e irresoluta Catherine e il cupo e povero Heathcliff. A proposito di questo, non sono fra i detrattori di Heathcliff che, come personaggio, mi piace moltissimo, pur nella buia parabola che lo porta a diventare un tiranno crudele e vendicativo. Siamo in pieno romanticismo, le fanciulle s’innamorano, si deprimono e muoiono, poi tornano dall’oltretomba per perseguitare quelli che hanno immotivatamente friendzonato. I friendzonati incazzati neri la fanno pagare a tutti.
È duro perdonare, e guardare codesti occhi, e toccare codeste mani consunte. Baciami ancora; e non farmi vedere i tuoi occhi! Ti perdono per quello che mi hai fatto. Io amo la mia assassina; ma il tuo assassino, come potrei perdonarlo?
Film: Kill Bill, volume 1 e 2, 2003-2004 regia di Quentin Tarantino con Uma Thurman e David Carradine
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L’amore tra un’assassina letale dal nome in codice Black Mamba e il suo capo che è il più sadico dei killer. Kill Bill fa parte delle opere dedicate da Quentin Tarantino alla vendetta. Film violento e pieno di rabbia, e il motivo di tutto il sangue versato sapete qual è? L’amore. Ovviamente, non ci può essere il classico lieto fine.
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Kit di sopravvivenza per amanti materialisti
Ci sono anche quelli che attendono San Valentino con impazienza per ricevere o fare proposte di matrimonio pubbliche, impacchettare test di gravidanza positivi filmando poi di nascosto il futuro padre mentre scarta il dono, prenotare una cena in riva al mare, andare a Parigi e rendersi protagonisti di altri eventi instagrammabili con hashtag #semplicementenoi.
Libro: Via col vento di Margareth Mitchell
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Scarlett O’Hara (da noi conosciuta come Rossella) è la quintessenza della donna frivola, di carattere (non un buon carattere sicuramente) e votata alla sofferenza: uno dei personaggi più famosi della letteratura mondiale, il simbolo stesso di tutte quelle donne con la fissa del Grande Amore, che sono disposte a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi, anche a rovinare gli altri e, soprattutto, se stesse e che, fondamentalmente, non hanno capito proprio niente né della vita e dell’amore. Fortunatamente sono toste e così se la cavano in ogni situazione. Scarlett/Rossella è innamorata di Ashley fin da ragazzina e continuerà a inseguire questo grande amore a senso unico (Ashley sposerà la bella, tranquilla, noiosissima Melanie) per tutta la vita, senza accorgersi del Vero Amore a due passi da lei.
Non aveva mai avuto un’amica e non ne aveva mai sentito la mancanza. Per lei tutte le donne, comprese le due sorelle, erano nemiche naturali che inseguivano la stessa preda: l’uomo. Tutte le donne, eccetto sua madre.
Film: A piedi nudi nel parco, 1967 regia di Gene Saks con Robert Redford e Jane Fonda. Una classica commedia americana con lui serio e posato e anche un po’ noioso e lei vivace, romantica e piena di vita. Si amano, si sono appena sposati e dopo poco capiscono di essere completamente diversi. Meglio lasciarsi? Una passeggiata a piedi nudi nel parco, forse, è la soluzione.
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