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E sono infinitamente felice, poesia di Marina Cvetaeva
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A lungo, a lungo, – fin dall’infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa,-
mi è sembrato di voler essere amata.
Adesso io so che non mi serve l’amore,
mi serve la comprensione.
E quello che Voi chiamate amore (gelosia, sacrificio) tenetelo in serbo per gli altri…
Io posso amare solo la persona che in una giornata di primavera a me preferirà una betulla.
Non dimenticherò mai come mi abbia fatto infuriare, questa primavera, un poeta, una creatura incantevole, che, camminando insieme con me per il Cremlino, senza guardare la Moscova e le cattedrali, mi parlava incessantemente di me.
Io gli ho detto: “Come potete non capire che il cielo è mille volte più grande di me, come potete pensare che in una simile giornata io possa pensare al vostro amore.”
Io voglio invece leggerezza, libertà, comprensione – non trattenere nessuno, e che nessuno mi trattenga.
Tutta la mia vita è una storia d’amore con la mia anima, con la città in cui vivo, con l’albero al bordo della strada, – con l’aria.
E sono infinitamente felice.
Ma la bellezza immensa di Marina Cvetaeva?
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