Questo romanzo, col quale Barbara Kingsolver ha vinto il Premio Pulitzer 2023, mi ha trattenuta con sé da inizio agosto fino quasi a metà ottobre (l’ho terminato di leggere il 10). Una lettura scorrevole e appassionante, soprattutto nella prima parte, nella seconda un po’ prolissa, ma nel complesso incisiva ed emozionante. Un libro che consiglio vivamente.

Storia di un orfano dal cuore d’oro

La storia di Demon ha un debito evidente e voluto con quella di David Copperfield di Dickens, romanzo al quale la scrittrice si è ispirata: giovanissima ragazza-madre tossicodipendente, il piccolo Demon viene al mondo in una casa mobile, circondato dalla miseria, dal padre eredita la rossa chioma e la bellezza, nient’altro, perché nel frattempo è morto annegato, il piccolo non morirà mai annegato, invece, perché è nato “con la camicia”, cioè avvolto dal sacco amniotico, e questo è uno dei primi segni che benché figlio di tale padre, la sua vita sarà diversa.

La madre ha un compagno violento che insegna molto presto al piccolo Demon quanto possa fare la schifo la vita, morta la madre di overdose, il ragazzo finisce nel gorgo degli affidi, macina rabbia e dolore ma non si dà mai per vinto, fugge, trova il conforto di amici e adulti comprensivi, come la zia June o i Peggots, si appassiona ai fumetti e allo sport, scopre di avere talento per l’uno e per l’altro, si dedica allo sport e per un po’ la vita lo risarcisce col successo, le ragazze lo adorano, ma l’infortunio che gli manda in frantumi il ginocchio distrugge anche il suo sogno di riscatto: e allora la droga, l’amica Oxy che lo protegge dal dolore, e poi la bellissima Dori, il primo vero, grande e tragico amore, le continue perdite e le morti tutte in qualche modo legate all’ambiente insano del sud degli Stati Uniti, quegli Appalachi da cui la stessa autrice proviene e poi la caduta nel baratro e la risalita, sempre grazie al proprio talento, a uno spirito indomito che si rifiuta di accettare la sorte che sembra essergli destinata e agli amici veri e poi, all’orizzonte, una nuova vita: il bambino perso e l’adolescente problematico scompaiono, finalmente nasce l’adulto.

Una storia di formazione da manuale: Demon mantiene il suo cuore puro, nonostante i milioni di motivi che avrebbe per diventare cattivo, con tutta la gente orribile e le cose terribili che gli capitano, Demon non abbandona mai quelli che ama, perché non si fa, fa parte della sua etica.

Le brave persone non abbandonano quelli che amano.

Ma sono quelli che lo amano, quasi sempre, ad abbandonarlo. E così, finisce con il cuore e un ginocchio fracassato ma senza mai crollare del tutto, perché il cuore puro di Demon lo protegge dalla fine totale. Glielo spiega benissimo Emmy, il primo amore (quello puro e infantile) e anche la prima delusione amorosa di Demon:

E’ come se dentro di voi ci fosse del metallo, o qualcosa, che non si scioglierà mai, per nessuna ragione. […] Voglio dire che tu ti svegli e sei sempre tu, ogni giorno.

La rassicurante sensazione di essere sempre se stessi, anche quando il mondo picchia duro, è la prerogativa dei veri buoni, che la vita non può incattivire. Questo è il tema portante di Demon Copperhead: la storia di un ragazzo buono in un mondo cattivo. Come si fa a restare tale, quando la vita continua a essere ingiusta con te? Demon non trascorre il suo tempo a piangersi addosso o a lamentarsi o ad accusare gli altri: si prende le sue colpe, prova a non essere crudele, accetta le sue responsabilità.

Non si comporta come se fosse perfetto, tutt’altro. Demon è consapevole della sua imperfezione, questo lo rende umano e buono davvero, perché non ha la presunzione di pensare che non è colpa sua ma degli altri.

Aprile. Il mese in cui tutto questo porco mondo prega per la liberazione, con i cornioli e gli alberi di Giuda in fiore lungo le strade e le foglie nuove che verdeggiano sui monti. Poi arriva una gelata tardiva che annerisce tutto, tutti i frutti dell’anno uccisi in boccio. Un momento opportuno per morire, credo. Se hai smesso di credere alla redenzione.

L’epidemia da Oxy nella Lee County: una storia vera

L’altro grande tema è quello della vita dura caratterizzata dall’abuso di alcol e droga e dalla mancanza di prospettive negli Appalachi, ma soprattutto dalla diffusione dell’ossicodone, oppiaceo utilizzato nella terapia del dolore: una vera a propria epidemia causata dalla Purdue Pharma, che tra il 1995 e il 2017 è stata promotrice di una gigantesca e serratissima campagna pubblicitaria che ha causato la morte di circa quattrocentomila persone nella Lee County. A essere messi sotto accusa da Barbara Kingsolver, non soltanto la casa farmaceutica, ma anche i tanti medici che, a volte in buona fede ma molto più spesso in maniera consapevole, hanno prescritto questo farmaco letale.

Da David Copperfield a Demon Copperhead: l’attualità dei classici e il potere delle storie

Se c’è una cosa che dimostra la storia di Demon è che i classici sono davvero senza tempo: la storia di David Copperfield è reinterpretata e trasposta avanti nel tempo da Barbara Kingsolver, testimonianza che i grandi romanzi hanno il potere di descrivere il mondo presente, passato e anche il futuro.

Un’altra grande verità tracciata dall’autrice è il potere incommensurabile dell’arte, in particolare della scrittura. Se la letteratura è in grado di descrivere ogni tempo, allora può essere utilizzata per imparare dai propri errori e progredire verso un futuro migliore, ma non solo. L’arte è salvifica. David Copperfield diventerà uno scrittore, Demon Copperhead un fumettista. Cosa salva, quindi l’uomo? Non i farmaci, non Dio, neanche i rapporti umani (quelli sono sì un sostegno fondamentale, ma non possono portare alla salvezza) ma la letteratura, il potere di raccontare storie.

Il grande amore per la letteratura e le storie è uno dei temi più belli e commoventi di Demon Copperhead.

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