Come diventare scrittori? Premettiamo una cosa che avrete sicuramente già sentito e risentito mille volte: se siete in cerca di gloria e soldi, allora dovreste dedicarvi a un’altra attività.
Nè per fama né per denaro è il titolo, tra l’altro, di un bellissimo saggio di scrittura di Anton Čechov che vi consiglio caldamente, ma è anche il mantra che è meglio ripetersi, se nel profondo del vostro cuore immaginate, un giorno, di essere famosi e ricchi grazie ai vostri libri.
Quello capita a dieci persone nella vita, ma di autori squattrinati in giro per il mondo, più o meno noti, ce ne sono molti di più.
Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri.
Grazia Deledda
Però, se la vostra intenzione è di diventare scrittori lo stesso, allora ecco qualche consiglio che arriva direttamente da chi se ne intende.
Come diventare scrittori secondo Neil Gaiman
- Scrivete
- Mettete una parola dopo l’altra. Trovate la parola giusta e buttatela giù.
- Finite ciò che state scrivendo. Qualunque cosa abbiate da fare, finitelo, finitelo.
- Mettetelo da parte. Rileggetelo fingendo di non averlo mai letto prima. Mostratelo ad amici dei quali rispettate l’opinione e a cui piace il genere a cui appartiene quel testo.
- Ricordate: quando qualcuno vi dice che c’è qualcosa di sbagliato o che qualcosa secondo lui non funziona, di solito ha ragione. Quando vi dicono nello specifico cosa non va e come correggerlo, si sbagliano quasi sempre.
- Correggetelo. Ricordate che, prima o poi, prima di raggiungere la perfezione, dovrete accettarlo com’è, andare avanti e passare a scrivere un’altra cosa. La perfezione è un po’ come rincorre l’orizzonte. Mai fermarsi.
- Ridete alle vostre battute.
- La regola principale della scrittura è che se lo si fa con abbastanza sicurezza e fiducia in se stessi, si può fare qualunque cosa si voglia (potrebbe anche essere una regola di vita, oltre che di scrittura. Ma per la scrittura è sicuramente vera). Dunque, scrivete la vostra storia come ha bisogno di essere scritta. Scrivetela con onestà e raccontatela al meglio delle vostre possibilità. Non sono sicuro che ci siano altre regole. Almeno non regole importanti.
Sempre Neil Gaiman racconta una bellissima storia legata al diventare scrittori e alle regole per scrivere bene, che io trovo semplicemente illuminante. Eccola qui.
Scrivi le tue idee. Se sono idee per delle storie, cerca di raccontare storie che ti piacerebbe leggere. Finisci le cose che hai iniziato. Fallo spesso e sarai uno scrittore. È l’unica maniera. Sto scherzando. Ci sono modi più semplici.
Per esempio, sulla cima di una montagna sperduta cresce un albero dalle foglie d’argento. Una volta all’anno, all’alba del 30 aprile, dall’albero sbocciano cinque fiori e nel corso dell’ora successiva ogni fiore diventa una bacca, prima verde, poi nera, poi d’oro.
Nel momento in cui le cinque bacche diventano d’oro, cinque corvi, che stavano in attesa sul monte e che avevi confuso con la neve, voleranno in picchiata sull’albero, strapperanno le bacche e se ne andranno ridendo. Dovrai catturare, a mani nude, il più piccolo dei corvi obbligandolo a darti la bacca (i corvi non le ingoiano, le portano solo al di là dell’oceano, in un giardino incantato per depositarle nelle bocca della figlia, che si sveglierà dal suo sonno incantato solo dopo aver mangiato mille bacche).
Una volta ottenuta la bacca dovrai mettertela sotto la lingua e tornare a casa. Nella settimana successiva non dovrai parlare con nessuno, neanche con i tuoi cari o con un ufficiale della polizia che ti ferma per eccesso di velocità. Non dire nulla, non dormire. Lascia che la bacca riposi sotto la lingua.
Alla mezzanotte del settimo giorno dovrai recarti al più alto posto della tua città (di solito bisogna arrampicarsi sui tetti per raggiungere il luogo in questione) e, con la bacca al sicuro sotto la tua lingua, recitare tutto Fox in Socks [uno dei libri del Dr. Seuss N.d.T.]. Non far cadere la bacca. Non saltare alcuna parte del libro né dello scioglilingua finale.
Allora e solo allora potrai ingoiare la bacca. Dovrai tornare a casa il più velocemente possibile perché avrai solo mezz’ora di tempo prima di piombare in un sonno profondo. Quando ti sveglierai al mattino sarai in grado di mettere su carta le tue idee e sarai uno scrittore.
Facile no?
Come diventare scrittori secondo Stephen King
- Prima scrivi per te stesso e dopo preoccupati del pubblico
- Non usare verbi al passivo. “Gli scrittori timidi amano i verbi passivi per la stessa ragione per cui gli amanti timidi amano i partner passivi. Il passivo è sicuro.”
- Evita gli avverbi, specialmente dopo “lui disse” o “lei disse”.
- Ma non ossessionatevi sulla perfezione grammaticale.
- La magia è in voi.
- Leggete, Leggete, leggete.
- Non preoccupatevi di rendere le altre persone felici.
- “Leggere a tavola è considerato maleducato, ma se volete avere successo come scrittori, la maleducazione dovrebbe essere la penultima delle vostre preoccupazioni”
- Spegnete la televisione.
- Avete tre mesi. “La prima stesura di un libro, anche uno lungo, non dovrebbe richiedere più di tre mesi. La lunghezza di una stagione”
- Ci sono due segreti per il successo. “Quando mi chiedono il segreto del mio successo li azzitto dicendo che sono stato bene fisicamente e sposato stabilmente”.
- Scrivete una parola alla volta.
- Eliminate le distrazioni
- Restate legati al vostro stile
- Scavate. “Le storie si trovano, come i fossili, nel terreno”
- Prendetevi una pausa
- Tagliate le parti noiose e non abbiate paura di uccidere quelle che preferite
- Le ricerche non devono far passare in secondo piano la storia
- Diventi uno scrittore semplicemente leggendo e scrivendo
- Il punto dello scrivere è essere felici
Come diventare scrittori secondo Ken Follett
La prima regola per uno scrittore è scrivere in modo semplice. Riterrei di aver fallito, se i miei lettori fossero costretti a leggere due volte la stessa cosa per capirla.
Fonte: La Repubblica
Ken Follett
- Prosa elementare. Mai scrivere difficile, mai costringere chi legge ad aprire il vocabolario. Perché il principale obiettivo dev’essere quello di far svagare il lettore, di inventare trame avventurose che lo trasportino in un’altra realtà. Il linguaggio non deve rappresentare un ostacolo, e perciò dovrà essere “basic”.
- Definire un progetto. Mai partire scrivendo “Capitolo I” in testa al foglio. Procedere senza sapere dove si vuole arrivare è il metodo migliore per perdere tempo e seminare il libro di errori e incongruenze. All’inizio, invece, sarà bene tracciare una scaletta di eventi.
- Farsi consigliare da amici e parenti. Una volta buttata giù una scaletta, bisognerà sottoporre questo indice a diversi tipi di lettori: amici, ma anche lettori professionisti. “Dovreste chiedere sempre, a chi vi sta intorno, che cosa gli piacerebbe leggere”. L’idea di base dovrà essere riassumibile in una sola frase.
- Connotare i personaggi. Una volta definita l’idea centrale della storia, bisognerà individuare i personaggi, con le loro caratteristiche fisiche ed emotive.
- Il “labor limae”. In un thriller, il lavoro di lima durerà parecchi giorni, perché se un personaggio, nel corso della vicenda, si comporta in un certo modo, tutte le descrizioni precedenti dovranno preparare a quella reazione. L’effetto di sospensione nel lettore si accresce, cioè, tornando continuamente indietro, man mano che si va avanti nella scrittura.
- Rigore nella documentazione. La ricostruzione storica dovrà essere fatta con molta attenzione. Per questo, l’attività di ricerca sarà un momento decisivo nella preparazione del libro. Anche perché proprio il vaglio di testi e di fonti è una preziosa occasione di ispirazioni. Follett ammette di servirsi di ricercatori professionisti che gli forniscono non solo dati storici e schede accurate sulle vicende che intende trattare, ma anche testimonianze, indagini personali, interviste e curiosità varie.
- Stendere l’indice. Dovrà essere di almeno 25 pagine, e contenere un abstract dei vari capitoli. A questo punto cominceranno le “consultazioni”. Dagli agenti librari agli amici, dai parenti ai colleghi. L’importante sarà raccogliere più commenti possibili. Alla fine di questa operazione collettiva l’indice andrà probabilmente riscritto, prendendo in considerazione i suggerimenti ricevuti.
- Il primo capitolo. Per Follett è la parte fondamentale di un libro. Dal momento che da esso dipenderà la scelta del lettore di andare avanti o lasciar perdere, è lì che concentra quanti più elementi possibili. Uno sforzo nel quale impiega circa sei mesi, più di quanto occorra per scrivere tutto il resto del libro. Da subito va messo in atto un principio basilare di tecnica di scrittura: un radicale colpo di scena ogni quattro, al massimo sei pagine. E l’effetto di legare il lettore è assicurato. Una regola obbligatoria per lo scrittore, che confessa di averla appresa da “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, e di aver ritrovato nei racconti di Dickens.
- Cercare un editore. Per Follett non è affatto il momento più difficile. “Un buon libro si riconosce”, sostiene lo scrittore. “E anche se difficilmente potrà capitarvi ciò che è successo a Nicolas Evans, l’autore dell’ “Uomo che sussurrava ai cavalli”, immediatamente richiamato da un editore letteralmente impazzito dopo la lettura dei primi due capitoli, non dovrebbe essere troppo difficile farvi fissare un appuntamento da un agente”. Pagine gialle alla mano, insomma. E tanta fiducia.
- L’anima del successo: la pubblicità. Non ha nulla a che fare con le tecniche di scrittura, ma Follett la include tra i segreti del successo. La pubblicità, nel suo caso, comincia dopo aver completato la scrittura del primo capitolo. Da quel momento, agenti, editori, collaboratori, iniziano la promozione del libro. E lui stesso trascorre circa due mesi tra Stati Uniti e America per parlare della sua prossima pubblicazione e stringere accordi di distribuzione. Evviva la sincerità. E buona fortuna anche a voi.
Ottimo articolo!!! Grazie!!!
Prego Antonio 🙂 Cerco di raccogliere le mie esperienze personali di scrittrice emergente 🙂