- Ciao Barbara, benvenuta su PinkBoard, il blog tutto al femminile di Flavoria Universe. Prima di tutto, vogliamo conoscerti meglio: chi sei e cosa fai nella vita, quando non scrivi?
Ciao e grazie per l’intervista! Sono Barbara Impat (pseudonimo), ternana, 43 anni, un marito tedesco e 3 figli più o meno francesi. Dopo la laurea in Lingue ho iniziato a viaggiare e lavorare in vari paesi europei (Germania, Inghilterra, Francia), per poi stabilirmi definitivamente in Provenza nel 2004. Nella vita di tutti i giorni sono traduttrice. La voglia di dedicarmi alla scrittura creativa è nata quasi per caso nel 2011, quando arrivai seconda al concorso letterario Anselmo Spiga con il racconto Cioccolato in erba.
- Dicci cos’è per te la scrittura.
Un modo per filtrare certi stati d’animo. E inventare vite nuove.
- Ci dai qualche informazione sui tuoi libri? Di che parlano e dove possiamo trovarli?
Il mio primo e-book, Via da Qui – disponibile su amazon a 0,99€ al seguente link http://www.amazon.it/Via-Qui-Barbara-Impat-ebook/dp/B012B68OLW – è una raccolta di racconti molto brevi che – uso le parole molto efficaci di una lettrice – “sono sketch comedies sulla vita all’estero”. Molti racconti sono di ispirazione autobiografica, con chiari riferimenti alla cultura del Paese in cui vivo (e dei Paesi in cui ho vissuto, Italia compresa).
- Alcuni grandi autori dicono che scrivere è un mestiere e come tale bisogna dedicarcisi seriamente ogni giorno. Qual è il tuo rapporto con la scrittura? Hai un metodo particolare per costruire le tue storie?
Concordo assolutamente: scrivere è un processo faticoso che ingloba 3 fasi: ideazione, stesura, revisione. Direi che la più faticosa di tutte è la terza – non a caso nel mondo dell’editoria esiste un’apposita figura professionale, il cosiddetto editor. Non ho una tecnica precisa, spesso le idee nascono per caso, su dei foglietti volanti. Poi vengono rielaborate a tavolino. Diverso è il discorso del romanzo – ne sto scrivendo uno – in cui bisogna fare molta attenzione alla trama, alla coerenza descrittiva, al modo di “fabbricare” i vari personaggi. Forse il lavoro di traduttrice mi aiuta da un punto di vista tecnico – accuratezza e autodisciplina sono due requisiti fondamentali – oltre naturalmente agli studi fatti, poiché alla Facoltà di Lingue si divorano classici in quantità industriale. Per tutto il resto, però, non si scappa: olio di gomito!
- C’è un personaggio delle tue storie al quale sei legato in modo speciale? Chi è e perché proprio lui?
Forse al personaggio di Giovanni nell’ultimo racconto, Deviazione. Ho provato molta empatia per lui – potrebbe essere uno dei milioni di giovani cui il nostro Paese non riesce a dare un avvenire dignitoso.
- Blocco dello scrittore: cosa fai per superarlo?
Semplice: invece di scrivere… leggo! Provando un po’ di frustrazione, lo ammetto.
- C’è un autore al quale ti ispiri o che abbia in qualche modo influenzato il tuo stile e i tuoi romanzi?
Tra gli scrittori italiani amo molto Moravia e Camilleri. Gli autori stranieri che mi hanno influenzato di più sono David Lodge e Kafka. Sempre parlando di classici, ho scoperto l’amore per la letteratura leggendo Madame Bovary di Flaubert.
- Bene, grazie per essere stata con noi. Ora salutaci con la tua citazione preferita!
Grazie e voi. La mia citazione preferita? “L’Italia è come una tela impressionista: da vicino noti i difettosi particolari, da lontano l’imperfetta bellezza”. Non è di nessun autore famoso… è mia!