buon-junkie Eccomi qui per parlarvi di una saga di cui sicuramente avrete sentito parlare: quella dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, portata in Italia dai tipi di Fazi.Chi ama le storie corali, con molti personaggi, le saghe familiari fatte di piccoli, grandi drammi quotidiani incastonati nella più ampia realtà mondiale (in questo caso siamo negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale) amerà questa saga. A me ha ricordato molto la struttura di Downton Abbey, una serie che ho amato dal principio alla fine. Per cui è stata una gioia immensa apprendere che i produttori di Downton Abbey, hanno acquistato i diritti della saga per trasformarla in una nuova serie TV (una è stata già realizzata in passato dalla BBC). Vi lascio alla recensione che, come sempre, è priva di spoiler!

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È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare. La prosa sapiente di Elizabeth Jane Howard, il suo sguardo acuto e la sua ironia affilata ci accompagnano in queste pagine mano nella mano, fino alla fine del primo libro della saga dei Cazalet, lasciandoci con la voglia di andare avanti.

Vol. 1 Il tempo dell’attesa
Vol. 2 Confusione
Vol. 3 Allontanarsi
Vol. 4 All change (inedito in Italia)

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Siamo negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, è il 1937, e siamo in Inghilterra. Protagonista della saga sono i Cazalet, famiglia alto-borghese, e tutti coloro che vi ruotano attorno. Il primo volume inizia con Hugh, Edward e Rupert Cazalet che, con le mogli Sybil, Villy e Zoe e i figli, vanno a trascorrere le vacanze a Home Place, la dimora paterna, dove vivono i genitori e Rachel, la sorella nubile.

I Cazalet sono una famiglia piuttosto unita, gestiscono una fiorente attività e sembrano molto affiatati. Naturalmente, dietro il velo delle convenzioni, si nascondono segreti, tradimenti, paure, tragedie. L’autrice riesce a tratteggiare nel dettaglio le complicate e talvolta penose relazioni umane e anche il significato profondo della parola “famiglia” che comprende molto più di quanto siamo abituati a pensare.
Hugh è tornato dalla guerra senza una mano e con profonde ferite psicologiche, ma è un uomo onesto, premuroso con sua moglie e i suoi figli. Poi c’è Edward, affascinante dongiovanni e infine Rupert, romantico pittore fallito.

Dall’altra parte, come in uno specchio, le mogli che vivono e subiscono la presenza ingombrante (per ragioni diverse) dei rispettivi mariti: Sybil è gentile, buona, votata al suo ruolo di moglie e madre e vive i costanti turbamenti del marito, Villy è tormentata, depressa, piena di dubbi e vive le continue fuge del marito Edward, infine, Zoe, giovane, bella e capricciosa, vive il peso di dover far da madre (un ruolo che non vuole) a una bambina che non è sua figlia.
Il quadretto familiare si allarga con la presenza dei figli e dei cugini dei Cazalet, fra cui emergono le figure di Louise, figlia di Villy e Edward, che vuole diventare attrice, Polly, figlia di Hugh e Sybil e, infine, Clary figlia di Rupert e della sua prima moglie.

Attorno al nucleo principale di personaggi si snodano le vite dei domestici, dimesse ma ugualmente fatte di piccoli e grandi drammi quotidiani, delle stesse aspirazioni e speranze di quelle dei Cazalet.

Gli anni della leggerezza è il periodo fra la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Seconda, in cui gli uomini si sono, per un momento, rilassati. La ricostruzione, non solo delle città, ma soprattutto degli animi durerà poco: la guerra è alla porte. Ogni personaggio vive i suoi drammi, senza sapere che a breve ne avrà di peggiori.

La scrittura della Howard è minuziosa, piena di particolari, sognante nonostante i mille riferimenti alla cruda realtà (fatta di tradimenti, molestie, segreti, bugie). Lo stile di Elizabeth Jane Howard ha il profumo dell’estate che finisce, la stessa tristezza degli ultimi tramonti estivi. Chiusi nella loro dimora dorata, i Cazalet si incontrano, scontrano, parlano, litigano, piangono e vivono i drammi di qualsiasi altro essere umano, mentre fuori il mondo si prepara a una nuova, devastante, guerra.

La messa a punto dell’identikit di ogni personaggio è precisa, approfondita: riusciamo a percepire e (in qualche caso) a riconoscerci nei sentimenti di ognuno. Lo sguardo dell’autrice si concentra di più sullo sviluppo delle particolarità caratteriali dei suoi personaggi, piuttosto che su quelle fisiche. Quasi nulla sappiamo di come sono fatti, eppure li distinguiamo, precisamente.

Un romanzo scritto benissimo, con personaggi particolareggiati e inquadrature a tutto tondo, da serie TV, il cui ritmo narrativo, in alcuni punti, rallenta volutamente per permettere al lettore di fissare nella sua mente tutti quei dettagli che a breve saranno scardinati dall’arrivo della guerra. Non incontrerete grosse complicazioni o capovolgimenti: la scelta dell’autrice è stata quella di raccontare, attraverso un arco di tempo dal 1937 al 1938, il tracciato delle relazioni fra i vari personaggi, lo sviluppo delle dinamiche familiari dei Cazalet.

Lo stile della Howard non è mai eccessivo, ma sempre misurato espressivo, coerente con il carattere di ogni personaggio. Anche laddove il ritmo rallenta, riuscirete a cogliere particolari che vi spingeranno ad andare avanti.

Gli anni della leggerezza è la storia di un’attesa, di una speranza leggera, impalpabile, ingenua come quelle dei bambini: arriverà il grande sconvolgimento, ma per ora dominano la scena i lunghi e sonnacchiosi giorni prima dell’esplosione, i luoghi confortevoli e familiari, la campana di vetro all’interno della quale il rumore della guerra giunge attutito. Così il tempo è stiracchiato, le frasi lunghe, i personaggi si muovono lentamente sulla scena per permettere allo spettatore di cogliere ogni più piccolo dettaglio. Ma, giunti al finale, il lungo sguardo gettato sulle vite dei Cazalet vi avrà ormai conquistato: quella triste, fragile speranza con cui si chiude il primo capitolo prepara al grande dramma che sta per abbattersi sul mondo e che sconvolgerà le vite di tutti.

BELLISSIMO!
BELLISSIMO!

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2 thoughts on “Gli anni della leggerezza, Cazalet #1 ~ recensione”

  1. Io ho letto i primi due e mi attende il terzo, ma già non vedo l’ora di mettere le mani sul quarto (bello cicciotto, fra l’altro*-*). Questa serie mi piace ma non mi strappo i capelli, ecco, ma credo, come te, che sia perfetta per una serie tv e attendo con molta curiosità gli sviluppi in questo senso.
    Una cosa che mi ha colpito, comunque, è l’estrema scorrevolezza di entrambi i volumi che ho letto: ciccioni ma da consumare molto rapidamente, gradevolmenye avvinti dalle pagine.

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