buongiornofla È un piacere per me poter parlare di un autore che stimo e che è anche mio concittadino: sto parlando di Antonio Lanzetta, autore di Il Buio Dentro e di cui ho apprezzato anche i primi due romanzi, Warrior  e Revolution, entrambi editi, come quest’ultimo, La Corte.
Il buio dentro è una storia cupa, che spazia dal poliziesco al thriller psicologico e in quest’ultima fatica lo stile di scrittura di Antonio è cambiato molto, senza perdere però la componente visiva e adrenalinica che lo ha sempre caratterizzato.

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ECCEZIONALE!
ECCEZIONALE!

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Il buio dentro è un romanzo pieno di suspence e introspettivo allo stesso tempo: parte da un delitto orribile, quello di una ragazza trovata decapitata e sospesa a un albero, un salice bianco, che torna in ogni pagina del romanzo come il simbolo del male e del buio che si nasconde nelle pieghe dell’animo umano. A indagare sulla morte della ragazza, oltre alle forze di polizia, arriva lo Sciacallo, Damiano Valente, autore di romanzi che prendono spunto da fatti di cronaca nera. Ma l’interesse di Damiano non è solo professionale: l’uomo, che porta ancora addosso le ferite di un terribile incidente avuto da ragazzo, è coinvolto emotivamente nell’omicidio. Un’estate di molti anni prima, nel 1985, la sua amica Claudia è stata uccisa esattamente nello stesso modo. Lo scopo dello Sciacallo è quello di trovare il colpevole e vendicare così la memoria di Claudia. Ad aiutarlo, i suoi due amici d’infanzia: Stefano e Flavio che, come lui, hanno subito il trauma di ciò che è accaduto a Claudia.
Uniti dal passato, da segreti inconfessabili e dal desiderio di tornare a vivere, i tre inizieranno un viaggio a ritroso nella memoria, alla ricerca dei particolari che possono portarli sulla pista giusta, per trovare l’assassino.
Non vi svelerò altro della trama, essendo un thriller va assaporato pagina dopo pagina. Ed è quello che accadrà: Antonio Lanzetta vi condurrà in un mondo nero, marcio, pieno di cose non dette e, in aggiunta, a pochi passi da noi. La storia è infatti ambientata nella provincia di Salerno, ci sono modi di dire e vivere che riconoscerete e lo spettro della camorra e della giustizia sommaria. La vicenda è raccontata attraverso due archi temporali, che procedono di pari passo: nel 2016, Damiano Valente racconta le indagini che lo porteranno faccia a faccia col suo terribile passato, nel 1985, Flavio, trasferitosi da poco a Salerno da Torino, racconta l’amicizia di quattro ragazzi che saranno segnati per sempre dalla Morte.
I punti di vista sono tre: quelli dello Sciacallo e di Flavio, come già detto e, ad un certo punto, si aggiungerà quello dell’assassino.
La capacità di Antonio di calarsi nella mente di tre personaggi così diversi è sorprendente: la storia si snoda tra passato e presente con un ritmo serrato, in cui ogni oggetto e ogni frase trovano la collocazione in un enorme puzzle che avrà il suo senso soltanto nelle ultime pagine.
È dunque un thriller, un poliziesco, e, infine, un romanzo di formazione, di crescita, una crescita che avviene in maniera coatta e traumatica.
Il buio dentro è allora la storia non solo di un omicidio, di un serial killer, di colpe segrete che affondano nel passato, ma è la storia della perdita dell’innocenza e del buio che tutti nascondiamo nel profondo, un buio che dev’essere affrontato, come accade ai protagonisti di questa storia.

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