Quando Marika di Libri riflessi in uno specchio mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto partecipare a un blog tour in occasione della nuova edizione edizione del Diario di Anne Frank non ho avuto un attimo di esitazione.
Ho incontrato per la prima volta Anne e il suo diario alle elementari, l’ho letto tutto alle medie e l’ho fatto sentendo il peso di ogni frase, di ogni parola scritta da questa ragazzina destinata a morire di malattia e stenti in un campo di concentramento nel fiore della sua età.
Quello di Anne è un diario assolutamente normale: sono le pagine scritte da un’adolescente qualunque, particolarmente brava a descrivere i propri sentimenti e il mondo intorno a lei, anche se dal suo alloggio segreto.
Anne voleva diventare una giornalista o una scrittrice e leggendo il suo diario non ho dubbi che vi sarebbe riuscita.
Una ragazza normale, dunque. Ciò che non è normale è il sentimento di ineluttabilità e condanna che pervade queste innocenti pagine: chi legge non può fare a meno di pensare che la voce di Anne sia destinata, di lì a poco, a spegnersi nel più crudele dei modi.
Anne è morta a sedici anni nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, uno dei più tristemente noti campi di concentramento nazisti. Vi morirono, tra il 1943 e il 1945 circa 50 000 persone, di cui oltre 35 000 di tifo: Anne e sua sorella Margot furono tra queste.
La data precisa della morte di Anne non è nota, ma gli studiosi tendono a collocarla nel mese di febbraio o marzo del 1945. Il campo fu liberato dagli Alleati il 15 aprile del 1945.
L’unico sopravvissuto du il padre, Otto, al quale, dopo la guerra fu consegnato il diario, composto da quaderni e fogli sparsi, dalla sua ex segretaria, Miep Gies, che aiutò lui e la sua famiglia a nascondersi, rischiando la sua stessa vita.
Le tre versioni del diario di Anne Frank, un caso letterario
Ho conosciuto Anne alle elementari, attraverso alcune letture sul mio libro di testo e poi alle medie ho ricevuto in regalo il suo diario.
Allora non avevo idea che quella che stavo leggendo era solo una delle versioni del diario originario di Anne: la cosiddetta versione C.
La versione A: Mia cara Kitty
Anne inizia a scrivere il suo diario il giorno del suo tredicesimo compleanno, quando, appunto, le viene regalato.
Questa prima versione del diario copre il periodo dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944, tre giorni prima dell’arresto. Consiste di tre quaderni: dal 12 giugno al 5 dicembre 1942; dal 22 dicembre 1943 al 17 aprile 1944; dal 17 aprile al 1º agosto 1944. Uno o più quaderni che raccontavano il periodo fra il 6 dicembre 1942 e il 21 dicembre 1943 sono invece andati perduti.
Questa è la versione più infantile e spontanea, un vero e proprio diario, intimo e personale, che riflette perfettamente i sentimenti e i sogni di una tredicenne che sta per diventare donna.
Si parla di amore, di litigi, di sesso, di sogni e aspettative, della noia di doversi nascondere.
Questa versione del diario è concepita come una serie di lettere che la ragazzina scrive a delle amiche immaginarie, la più famosa delle quali è Kitty.
Si tratta di un testo molto spontaneo, non pensato per la pubblicazione: il risultato dei pensieri e delle divagazioni, a volte allegre, molto spesso arrabbiate o deluse, altre annoiate, di un’adolescente frustrata dall’essere costretta a vivere chiusa in uno spazio angusto.
La versione B: la testimonianza dell’oppressione nazista
Il 28 marzo del 1944 Anne ascolta a Radio Orange, la radio del governo olandese in esilio, l’appello a conservare memorie scritte delle persecuzioni e dell’oppressione nazista, in modo da poterle pubblicare a guerra finita.
A quel punto, Anne, decide di riscrivere il suo diario con la speranza di vederlo, un giorno pubblicato.
Questa versione, conosciuta come la versione B, è pensata dalla stessa Anne per la pubblicazione, quindi è priva della spontaneità della prima versione, in questo secondo diario Anne scrive con la consapevolezza di avere dei possibili lettori.
In questo diario Anne elimina gli elementi più imbarazzanti: il suo amore per Peter, il sesso, le mestruazioni, l’ebraismo.
La riscrittura del diario copre il periodo dal 20 giugno 1942 al 29 marzo 1944 e ci ha permesso di conoscere gli avvenimenti fra dicembre 1942 e dicembre 1943, che nella prima versione erano andati perduti.
La versione C: la casa sul retro
La prima versione del Diario a essere stata alle stampe è la cosiddetta versione C, cioè la rielaborazione che il padre di Anne ha fatto mescolando la versione B con qualche pagina del diario A, quelle in cui Anne non rivela particolari troppo intimi sulla sua vita, sulla famiglia, sul sesso.
Il padre ha voluto proteggere sua figlia eliminando le parti in cui la ragazza parla del suo corpo che cambia, delle critiche ai suoi coinquilini, delle dure critiche a sua madre (Anne non lo saprà mai, ma sua madre sarà la prima ad andarsene, si lascerà semplicemente morire, una volta separata dalle sue ragazze).
Questa versione, con qualche rimaneggiamento e aggiunta nel corso degli anni, è quella che hanno letto quasi tutti. Fino a oggi.
La nuova versione del diario: la vera Anne
A questo punto capirete perché questa nuova edizione del diario di Anne a cura di Guia Risari, studiosa di antisemitismo, sia ancora più preziosa: questa versione contiene il diario originale di Anne, la versione A, integrata con pagine della versione B (opportunamente evidenziate con un colore diverso).
Non è il frutto di un collage tra le due versione, ma una versione dei “Diari” (il plurale è necessario) più completa che getta nuova luce sulla breve vita di Anne, diventata ormai il simbolo della Shoah.
L’esperienza di leggere il vero diario di Anne Frank è devastante quanto necessaria: finalmente siamo in grado di ascoltare davvero le sue parole, i suoi sfoghi, i sentimenti spontanei di una ragazzina che si affaccia alla vita in uno dei momenti più bui della storia umana.
Finalmente possiamo leggere la vera Anne, le sue paure, la sua rabbia, i litigi con la madre, la curiosità verso il suo corpo che sta cambiando, l’amore per Peter, ma anche la frustrazione per un mondo che diventa sempre più angusto, le sue idee sulla vita, sulla religione, sulla politica.
Conosciamo l’Anne spontanea della versione A, che scrive per se stessa nelle lunghe ore nascosta, e l’Anne che guarda al futuro e parla a un pubblico, che desidera testimoniare la barbarie del suo tempo, sperando di poter, un giorno, parlarne apertamente.
A tutto questo, si aggiungono le splendide illustrazioni di Giulia Tomai, che arricchiscono il volume di una bellezza commovente e, per questo, ancora più devastante.
Perché è nostro dovere leggere il Diario di Anne Frank
La Shoah è avvenuta davvero.
Anne è morta davvero a sedici anni in un campo di concentramento, senza alcuna ragione.
Anne ha trascorso davvero gli ultimi anni della sua vita a sperare in qualcosa, a innamorarsi anche se circondata dall’orrore del Nazismo, a piangere o a ridere come una vera adolescente.
È un vero diario quello che leggerete, il diario di una ragazza che è morta prima ancora di imparare cos’è la vita. Una testimonianza reale dell’orrore cui gli uomini possono dare vita. Il simbolo di tutti gli orrori che, nella nostra storia, si sono susseguiti.
Le tesi negazioniste sopravvivono ancora oggi: leggere il Diario di Anne, farlo leggere (a scuola, a casa, dovunque) è il preciso dovere di genitori, insegnanti, di chi vuole che le nuove generazioni sappiano che il Male esiste ed esisterà sempre, ma che può essere evitato, riconoscendolo subito.
Negli anni, purtroppo, sono nate e morte tante altre Anne Frank. Non abbiamo modo di impedire che il Male esista, ma possiamo schierarci contro le ingiustizie.
Anne aveva solo sedici anni, la barbarie nazista le ha strappato i sogni, ma non la voce e da queste pagine Anne continua a parlarci, chiedendoci di non dimenticare.
E noi possiamo solo ascoltarla.
E ricordare. Sempre.
Mi è praticamente impossibile costruire le cose sulla base di morte, miseria e caos, lentamente vedo il mondo trasformarsi sempre più in un deserto, sento salire il fragore del tuono che ci spazzerà via, patisco anch’io la sofferenza di milioni di persone, eppure, se guardo il cielo, penso che tutto questo volgerò di nuovo al bene, che anche questa prova avrà una fine, che nell’ordine del mondo torneranno la serenità e la pace.
Nel frattempo devo tenere al sicuro i miei propositi nel tempo a venire magari potrò ancora realizzarli!
Anne Frank, Diario, Mondadori 2019
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