Tempo di un nuovo blog tour, ecco a voi un’intervista a Martina Battistelli autrice di Oblivium, Lettere Animate! Volete scoprire qualcosa di più di questo romanzo appena uscito? Ve lo racconta l’autrice stessa in questa intervista! Prima però, ecco qualche informazione sul romanzo 🙂
Titolo: Oblivium
Serie: Oblivium
Autrice: Martina Battistelli
Editore: Lettere Animate
Genere: Paranormal Romance
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Trama: Alice Jackson ha sempre avuto tutto ciò che desiderava. Ricchezza, popolarità e rispetto erano gli ingredienti principali della sua ricetta per una vita perfetta. Una vita, però, priva di amore. Una tragedia le strappa quel che era rimasto della sua famiglia e decide di fuggire. Si trasferisce a Nottingate, una piccola cittadina dello stato di New York, dove troverà le risposte alle sue domande. Alice non è mai stata una normale adolescente: qui scoprirà di avere capacità straordinarie e di far parte degli Ultimi.
Ma una profezia si è diffusa tra la sua gente: il mondo degli Ultimi è in pericolo, e solo lei può cambiarne la sorte, perché è più potente di ognuno di loro.
Inizia, per Alice, un tortuoso viaggio alla scoperta di se stessa e di quella vita che non aveva mai visto sotto la giusta prospettiva. Il suo muro di apatia verrà abbattuto da un sentimento infinitamente più forte: l’amore per l’essere più puro che Alice abbia mai incontrato e l’unico in grado di accompagnarla in questo percorso di rinascita.
Durante questo viaggio, tra amicizia, amore, morte e tradimenti si delineerà una nuova esistenza complessa e dolorosa, ma anche sorprendente e appagante, se lei avrà il coraggio di affrontarla con la giusta dose di passionalità.
Imparerà che una vita senza sentimenti non è vita, ma solo sopravvivenza.
Oblivium è il primo libro di una saga fantasy che vi terrà col fiato sospeso fino alla fine.
L’INTERVISTA!
1. Ciao Martina, benvenuta su Flavoria Books. Prima di tutto, conosciamoci meglio: chi sei e cosa fai nella vita, quando non scrivi?
Ciao, e grazie mille per avermi ospitato!
Paradossalmente, credo che questa sia la domanda più difficile che mi abbiano mai posto! Chi sono e cosa faccio quando non scrivo? Sono una semplice ragazza piena di sogni e aspettative per il futuro, con un’improbabile passione per le serie tv e i gatti; ma, da quando riesco a ricordare, l’unica costante sempre presente nella mia vita è la scrittura. Anche da piccolina, ricordo che appuntavo tutti i miei sogni su un quadernino, e non importava dove fossi, ma solo che avessi con me qualcosa per scrivere. La situazione non è affatto evoluta, ora: sto per prendere una laurea in Lettere, e nel frattempo scrivo due saghe e un romanzo autoconclusivo; sono a lezione, e scrivo sul quaderno degli appunti; sono in giro e devo scrivere sulla prima superficie che mi capita a tiro! Io sono questo, non esisto al di fuori dei miei scritti.
2. Cos’è per te la scrittura?
Per me, la scrittura è una valvola di sfogo, la mia salvezza, l’unica cosa in grado di darmi pace nei momenti di difficoltà e, soprattutto, l’unica cosa che nessuno – e dico nessuno – potrà mai togliermi.
3. Quando hai iniziato a scrivere e come è nata questa passione?
Più o meno alle elementari, 9-10 anni o giù di lì. Ho sempre avuto una fantasia molto fervida, e già facevo sogni piuttosto strani (di solito, è dai sogni che prendo spunto per le storie dei miei libri). Inoltre, non ho mai scritto diari, ma il mio primo romanzo, in un certo senso, lo è. La protagonista sono io, la sorella è in tutto e per tutto mia sorella, e la loro vita è la nostra, solo un po’ più interessante!
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, invece, io non ho esattamente pensato “Quasi quasi provo a scrivere qualche riga e vediamo cosa succede”. No, io ho bisogno di scrivere. È una necessità fisica, qualcosa che se non faccio ne va della mia sanità mentale. E me ne sto rendendo conto soprattutto ultimamente, dato che ho sempre meno tempo da dedicare alla scrittura. Mi sto accorgendo che troppo tempo senza scrivere anche solo due righe non riesco a stare. Vado in astinenza! Ho lo stesso problema di Virginia Woolf, che a 3/4 di un libro ne iniziava a scrivere un altro, altrimenti cadeva in depressione!
A parte gli scherzi, io ho sempre saputo di voler vivere con la scrittura. Da bambina celavo questo sogno dicendo che volevo fare la giornalista, ma io non ho mai voluto scrivere di attualità, non ho mai amato la scrittura schematica, argomentativa e fredda del giornalismo. La scrittura creativa era la mia aspirazione, e la fantasia il motore che mi guidava ad essa. Io volevo inventare storie per sopperire alla monotonia della mia vita. Leggo per evadere dalla realtà, ma scrivo per crearne una nuova e più soddisfacente.
4. Parlami di Oblivium. Com’è nata l’idea e cosa dobbiamo aspettarci da questa storia?
Oblivium è un’opera totalmente diversa da quelle che ho sempre scritto. Scrivevo solo fantasy a lieto fine – non proprio tutti unicorni rosa e cieli limpidi, ma l’atmosfera vi si avvicinava molto. Questo romanzo, invece, potrebbe addirittura avere delle sfumature dark, anche se ben controbilanciate dall’ironia pungente e dal tema nerd che aleggia nell’aria.
L’idea è scesa giù dal cielo come un fulmine, chiara, lampante e anche un po’ dolorosa, se vogliamo continuare con la metafora. Mi ha presa in pieno, e da quel preciso istante non è esistito più nulla, per qualche mese della mia vita, a parte la forte necessità di portare a termine la storia.
Da Oblivium ci si deve aspettare tanta interiorità, introspezione e riflessioni dolorose ma educative. Mi piace dire che si tratti di un romanzo di formazione, sotto certi punti di vista. La sua inclusione nel genere paranormal può ingannare; una persona si aspetterebbe guerre e battaglie all’ultimo sangue con creature malvage, ma la verità è che il fantasy è di sfondo. Sarà molto presente negli altri capitoli della saga, ma per ora è relegato a dare man forte ai problemi dei protagonisti, adolescenti con i propri, delicati, problemi da risolvere.
5. Alcuni grandi autori dicono che scrivere è un mestiere e come tale bisogna dedicarcisi seriamente ogni giorno. Qual è il tuo rapporto con la scrittura? Hai un metodo particolare per costruire le tue storie?
Come ho detto un paio di risposte sopra, il mio rapporto con la scrittura è un po’ particolare. Io mi sento bene solo se e quando scrivo, anche se si tratta di una semplice recensione di un film o di un libro (sì, faccio anche queste follie, nel tempo libero che non ho). Per questo, non ho un metodo preciso per costruire le mie storie: scrivo quello che sento e quando lo sento, e se non ho carta e penna per farlo, ripeto le frasi come filastrocche, per assicurarmi di non dimenticarle.
6. C’è un personaggio del tuo libro al quale sei legata in modo speciale? Chi è e perché proprio quello?
Sì, sono molto legata a Janet Williams, l’aiutante della protagonista, per usare termini narratologici. Janet è la nerd di turno, la sfigata presa di mira dai prepotenti della scuola, sempre pronta a dare una mano anche se sfruttata, e obbligata a far parte di un gruppo dal quale si discosterebbe volentieri, se solo ne avesse il coraggio. Sono legata a lei, perché Janet sono io tanti anni fa. Mi capitava spesso di essere ritenuta “quella strana”, perché tanto timida e tutta presa dalle mie passioni; e ovviamente la gente non perdeva tempo a conoscere una persona così chiusa, non ne valeva la pena. Così bastava qualche pregiudizio e si andava avanti a credere quello che si voleva. Nessuno ha mai provato davvero a conoscermi. Anche per questo sento di dover scrivere, perché io sono ciò che scrivo, ciò che nessuno conosce davvero; e forse anch’io, come la mia Janet, desidero solo essere compresa.
7. Blocco dello scrittore: cosa fai per superarlo?
Principalmente, ascolto musica e guardo film e serie tv. Mi aiuta a svuotare la mente e a rilassarmi. Di solito il mio cervello torna a funzionare in un paio di giorni, e la causa del blocco si trova nel troppo stress dovuto alla vita reale.
8. C’è un autore al quale ti ispiri o che abbia in qualche modo influenzato il tuo stile e i tuoi romanzi?
Assolutamente Cassandra Clare: il suo Shadowhunter è la saga che mi ha ispirato di più. Ci sono tantissimi colpi di scena, il lettore rimane sempre con l’amaro in bocca e il bisogno fisico di continuare la lettura, e questo è esattamente ciò che vorrei accadesse al mio pubblico. Vorrei trasmettere questo senso di bisogno, e penso di esserci vicina, grazie al tipo di scrittura incalzante che sto provando a realizzare da anni.
9. Ora salutaci con la tua citazione preferita!
“Fin da piccolo ti insegnano a uniformarti a certe cose. Una situazione diffusissima che comincia col primo giorno di scuola: questo è intelligente, questo non è intelligente, questo è bravo nello sport, questo non lo è, questo è strano, questo è normale. Fin dal primo giorno, rientri in una qualche categoria. È una cosa triste e frustrante, perché c’è qualcuno che ti sta dicendo cosa sei, e questa cosa non sei tu. E più sei taciturno, o meglio, più la gente pensa che tu sia taciturno, più ci provano gusto.”
– Tim Burton
Biografia:
Martina Battistelli è nata e vive a Roma. Ha 21 anni e frequenta il corso di laurea in Lettere Moderne all’Università La Sapienza. Crede fermamente nel potere catartico di tutti i tipi di arte e anela ardentemente ad un mondo più fantasioso e meno cinico. Quando non è distratta dalle serie tv e dai propri gatti, scrive e legge di quel mondo che tanto sogna. Il 4 aprile 2016 è uscita l’antologia “Oltre i Media” edita da Panesi Edizioni, contenente il suo racconto Daydreaming – Sogno ad occhi aperti.
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