Buon lunedì e buon inizio di una nuova settimana! Oggi ho iniziato, timidamente, a mettere via le cose estive per far spazio al guardaroba autunnale. L’autunno è una stagione che adoro: mi piacciono i colori, mi piace il clima, mi piace tutto. L’autunno mi invoglia a leggere e a scrivere e mi fa pensare ai nonni, alle loro storie, a una tazza fumante di caffè o di tè… insomma. Adoro questa stagione e non mi dispiace essermi lasciata alle spalle i quasi quaranta gradi dello scorso luglio/agosto. A proposito di autunno, se avete un profilo Instagram sta per iniziare una challenge molto carina organizzata da alcune favolose blogger: si tratta della book challenge di ottobre, di cui vi metto qui il banner:
Io adoro le book challenge e i book tag, per cui parteciperò molto volentieri! Fatelo anche voi 🙂
Passiamo ora al Lunedincipi di oggi, parlando di autunno ho deciso di proporvi tre incipit di altrettanti libri che descrivono perfettamente questo clima meraviglioso! Allora, ecco a voi tre incipit autunnali!
La via del tabacco ~ Erskine Caldwell (Fazi Editor
Con un sacco di rape invernali sulla schiena, Lov Bensey si trascinava a fatica, affondando fino alle caviglie nella sabbia bianca della via del tabacco, devastata dalle piogge. Per rimediare quelle rape aveva dovuto sgobbare, e non poco; andare e tornare a piedi da Fuller era una faccenda lunga e faticosa.
Il giorno prima, Lov aveva sentito dire che da quelle parti c’era un tizio che vendeva le rape a cinquanta centesimi il sacco, perciò si era alzato di buon’ora ed era partito con mezzo dollaro in tasca. Aveva già fatto più di dieci chilometri e gliene mancavano ancora due abbondanti per arrivare a casa sua, vicino alla carbonaia.
Ha detto William Faulkner: «La via del tabacco: è quanto un uomo, qualsiasi uomo, dovrebbe chiedere alla vita di leggere. Non ha bisogno d’altro.» E io sono d’accordo. Erskine Caldwell può essere tranquillamente considerato fra i più grandi scrittori d’America e questo è sicuramente uno dei suoi capolavori. Insieme a “Il piccolo campo” e “Fermento di Luglio” forma il cosiddetto “cliclo del Sud”. Caldwell racconta la lotta per la sopravvivenza dei contadini del Sud, nell’America che la Grande Depressione del ’29 aveva reso poveri e disperati, è una storia di brutalità e imbarbarimento, che ai tempi fece molto scalpore, ma che continua a descrivere perfettamente il declino della natura umana di fronte alle necessità primarie. L’ho scelto come incipit autunnale, perché i colori di questa storia sono caldi come quelli dell’autunno (come si nota anche dalla copertina), perché sa di legna bruciata e di terra.
Il Castello di Otranto ~ Walpole
Manfredi, principe di Otranto, aveva un figlio e una figlia; questa, splendida ragazza di diciotto anni, si chiamava Matilda. Corrado, l’altro figlio, più giovane di tre anni non godeva di buona salute né sembrava ornato dei doni che il destino aveva concesso a Matilda; eppure era il prediletto del principe,che mai invece sembrava mostrare segni d’affett per la figlia. Corrado era promesso sposo di Isabella, figlia del marchese di Vicenza; la giovane era già stata affidata alle cure di Manfredi, in maniera che le nozze potessero essere celebrate non appena le condizioni di salute del giovane lo avessero reso possibile.
Il Castello di Otranto di Walpole getta le basi del genere “gotico”: castelli, sotterranei, fantasmi, omicidi, profezie, passaggi segreti e misteri da svelare. Insomma, un romanzo che più autunnale non si può!
La storia infinita ~ Michael Ende (Longanesi)
otairauqitnA
ilobnairoC obarroC olraC eralotiTQuesta scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro all’interno del locale in penombra.
Fuori era una fredda, grigia giornata novembrina e pioveva a catinelle. Le gocce di pioggia correvano giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di pioggia dall’altro lato della strada.
D’improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo di campanellini d’ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po’ prima che si rimettesse tranquillo.
Causa di quello scompiglio era un ragazzino piccolo e grassoccio, di forse dieci, undici anni. I capelli scuri gli ricadevano bagnati sul viso, il cappotto era molle di pioggia e tutto gocciolante; sul fianco, pendente da una cinghia a tracolla, portava una cartella di scuola.
Era piuttosto pallido e senza fiato ma, in contrasto con l’affanno che lo aveva condotto fin lì, ora se ne stava sulla porta, immobile, come se avesse messo radici.
La storia infinita è uno dei miei romanzi preferiti, penso di averlo già detto milioni di volte. Ed è un libro che mi ricorda terribilmente l’autunno: inizia con un ragazzino che in una giornata di pioggia, per sfuggire ai bulli di scuola, si rifugia in una libreria. E trova un libro, un libro che lo porterà in un luogo magico e meraviglioso che il ragazzino dovrà salvare. Beh, è un romanzo che mi fa venire in mente notti di pioggia, coperte calde e letture! Autunnale è dir poco!