Buongiorno, oggi vi parlerò di una figura mitologica: il “freelance“.
CHI DIAMINE E’ UN FREELANCE?
Un freelance è qualcuno che per ragioni diverse ha deciso di lavorare in proprio.
Io, per esempio, sono un Digital Freelance il che non vuol dire che “mi pagano per stare su Facebook” – come mi ha detto una volta il mio ex capo, subito fanculizzato – ma che mi occupo della comunicazione digitale: dalla grafica al content. In altre parole, gestisco pagine Facebook, realizzo siti web e grafica e lavoro sia per i miei diretti clienti che per agenzie di comunicazione che mi affidano lavori come consulente esterno.
Va beh e poi sì, sto pure su Facebook a postare GIF su quanto è difficile essere un freelance.
COSA FA UN DIGITAL FREELANCE
Come già anticipato il Digital Freelance è un comunicatore del settore digitale. Vuol dire che si occupa, principalmente, di comunicare online. Il principio è sempre lo stesso: trovare le parole, le immagini, le emozioni giuste per dire qualcosa. La comunicazione digitale è complessa, perché l’utente è costantemente bombardato da informazioni e riuscire a emergere in questo marasma richiede tempo, pazienza e, naturalmente, tanta tanta professionalità!
Detto ciò, torniamo al “freelance” in generale, una parola che oggigiorno viene subito collegata a:
- Hipster che non hanno voglia di lavorare davvero
- Disperati che non trovano altro lavoro
- Gente che non sa fare niente, ma cerca di farsi pagare lo stesso
- Gente che non vuole svegliarsi la mattina per andare a lavoro
E infatti la percezione che il resto del mondo (compresi mamma e papà) hanno dei freelance al lavoro è più o meno questa:
Potrà sembrarvi strano, ma non ho deciso di rovinarmi il fegato inseguendo clienti che si “dimenticano” di pagare per vivere felice e spensierata come il Drugo.
Perché allora ho deciso di diventare un freelance?
- Autonomia. Ho avuto diversi capi e, sarà la mia sfortuna, sarà che ho qualche problema con l’autorità, mi sono resa conto che per lavorare bene e credere in un progetto, ho bisogno di non avere un capo che mi alita sul collo, mi dice cosa fare e come farlo. Più sono autonoma nelle mie scelte creative, più rendo in termini di creatività. Inoltre i soldi che guadagno non dipendono più dal buon cuore del capo, ma dalla mia capacità di trovare e gestire nuovi lavori.
- Flessibilità. Scrivo, amo leggere, gestisco un blog, insomma ho diversi interessi. La possibilità di ritagliarmi uno spazio per ciascuno di essi è fondamentale. Quando lavoravo in agenzia, tornavo a casa esausta e l’unica cosa che riuscivo a fare era sedermi sul divano a fissare la TV e/o il vuoto.
- Creatività. Lo scopo non è più arrivare a fine mese e prendere lo stipendio. Lo scopo è far crescere la mia attività (per guadagnare di più, sì, ma questo è solo una conseguenza). Questo stimola la mia creatività. Ogni mese, provo a iniziare un nuovo progetto e ad allargare il mio campo di attività… se non ci riesco, pazienza, l’importante è avere sempre nuove idee.
Quindi, abbattiamo qualche luogo comune, amici!
- Sei freelance, quindi puoi svegliarti tardi la mattina.
Sbagliato. Sono un freelance, quindi posso decidere io i miei orari, questo sì. Ma se ho dei lavori da portare a termine, DEVO necessariamente lavorare e, a volte, proprio perché gestisco tutto io, lavoro molto più degli altri. Io mi sveglio tutte le mattine alle 7.30 e inizio a lavorare dalle 8. A volte anche il sabato e la domenica! - Sei freelance, non è un vero lavoro.
Un vero lavoro è un lavoro che ti permette di guadagnare dei soldi e che attesta una tua professionalità. Lavorare come impiegato in un’azienda che non ti paga da un anno… ecco, quello NON è un vero lavoro. - Sei freelance, hai tanto tempo libero.
No, ho lo stesso tempo di chiunque altro, ma lo gestisco io. Il che significa anche dover essere responsabile e resistere alla tentazione di cazzeggiare. Paradossalmente, chi ha un orario di lavoro fisso, sa che finito il suo turno è libero. Un freelance, invece, non è mai davvero davvero libero!
Freelance in ascolto, che ne pensate?