GARGOYLE presenta

LA SENTINELLA

L’ultimo, conturbante romanzo di

CLAUDIO VERGNANI

(pp. 462, euro 18 – da aprile 2015 in libreria)

ANCHE UN MONDO PACIFICO E TRABOCCANTE DI BONTÀ HA LE SUE CONTROINDICAZIONI

In un futuro prossimo, il mondo è governato dal Nuovo Papato che ha dovuto prendersene carico – non senza qualche ritrosia – a causa dell’annunciata débâcle dell’unione mondiale dei Paesi Nazione. La Chiesa Cattolica è tornata a essere il riferimento principale degli uomini, riaccostandoli a un ideale di giustizia, libertà e bellezza interiore. La spiritualità e la cura dell’intelletto – fino ad ora appannaggio di pochi – sono state incentivate e rese finalmente accessibili a tutti.

Armonia, entusiasmo, affratellamento e pace nel nome della religione non sono, però, a tempo determinato: nell’arco di un paio di generazioni, infatti, il mondo pullula di poeti, artisti, pensatori e creativi informatici, ma, nel contempo, scarseggia di persone idonee a guidare una fabbrica, un ufficio o un’attività commerciale, tantomeno a riparare un elettrodomestico. Né esistono più forze di polizia ed eserciti, eredità di un evo arcaico e brutale soltanto da dimenticare.

Da un lato, la disabitudine della gente a provvedere alle necessità quotidiane di ogni tipo, dall’altro, l’inesorabile decadenza delle infrastrutture assieme alla caterva di armi chimiche, accumulatesi in seguito a conflitti – più o meno segreti – di epoche passate, portano a carestie di dimensioni bibliche. Di fronte a terremoti, tifoni ed esplosioni nucleari, sempre più frequenti perché senza più niente a contrastarli, l’umanità si scopre impotente.

La Terra è sì un pianeta libero, ma privo di difese: le malattie falcidiano la popolazione mondiale, gli spazi vitali si riducono drasticamente così che i morti vengono seppelliti ovunque vi sia posto – nei campi, nelle strade, nei cortili, persino nelle stesse abitazioni. La fame, come neppure nelle ere più buie della Storia dell’umanità, diventa il nuovo flagello, anticamera del cannibalismo. Il macabro fenomeno si manifesta dapprima attraverso furti isolati di cadaveri, poi con l’assalto ai cortei funebri e, infine, con l’assassinio.

Ci sono, però, dei luoghi dove vige un minimo controllo e dove progressivamente si trasferiscono consistenti fasce di persone, sono i grandi cimiteri, sorvegliati da milizie private che – su incarico della Chiesa – devono scoraggiare principalmente la pratica del dissotterramento delle salme. Purtroppo tali milizie mostrano in breve tempo tutta la loro impreparazione e inadeguatezza al compito. In questo riesumato Medioevo Globale, il Papato decide, perciò, di istituire un nuovo corpo di difesa pubblica, duramente selezionato ed addestrato, che abbia il compito di pattugliare e proteggere le Città cimitero, reprimere il cannibalismo e collaborare con le Guardie Svizzere nella protezione del clero: l’Ordine delle Sentinelle…

Di scenari futuri distopici scaturiti da disastri naturali, da guerre totali e totalitarismi sono pieni gli scaffali (e le videoteche). Ci sono innumerevoli esempi illustri e meno illustri, recentissimi come anche vecchi di decenni.
Non volevo mettermi su questa scia.
Volevo inventare.
Volevo provare a proporre qualcosa che, sia nella trama sia nell’ambientazione sia nei personaggi, non avesse modelli preconfezionati. Il che sappiamo non essere garanzia di qualità, ma intanto volevo che non ci fossero precedenti.
Volevo provare a scrivere un’avventura ambientata in un mondo ispirato al Bene e alla spiritualità ma che, sfinito e svuotato da tutto ciò che sta sfinendo e svuotando noi ora, non fosse più in grado di provvedere nel concreto al benessere e alla sopravvivenza della propria gente. Volevo descrivere non più – come è quasi tradizione nella sci-fi e in certo horror urbano – le conseguenze del Male, ma quelle, non meno terribili, che può avere il Bene, quando non è sostenuto da una solida presa di coscienza e dalla necessaria organizzazione.
(Claudio Vergnani su La Sentinella)

Web.La Sentinella.CoverNel suo ultimo romanzo, Vergnani ci spiazza ancora ipotizzando un mondo all’insegna di uguaglianza e spiritualità, un ideal-mondo, se non proprio un paradiso, che però finisce con il mostrare più di una crepa, dando all’autore modenese l’ennesimo pretesto per rielaborare come mai prima i tòpoi dell’horror e per gettare strali rivolti ai destinatari più diversi (il silenzio di Dio che permette l’ingiustizia, l’ipocrisia di un certo clero, la millanteria e l’inconcludenza di certo certo politico, la spietatezza di certi addestramenti militari e l’ambiguità che si cela dietro ogni selezione).

Ne La Sentinella i problemi derivanoda una società benevola ma inetta: il motore della narrazione non è rappresentato, infatti, da un manipolo di malvagi che godono nell’opprimere i loro simili bensì da quelle che l’autore definisce “le conseguenze del Bene”, che possono risultare devastanti in egual misura di quelle del Male, se non si è capaci di indirizzare e gestire tale Bene, o se esso si basa unicamente sulla fallace convinzione che l’essere umano, se liberato dai suoi vizi più insidiosi (egoismo, ignoranza, accidia, diffidenza, aggressività), sia in grado di vivere rettamente e in autonomia.

Le cose, invece, possono migliorare solo nell’ottica di un progresso complessivo, ma non è detto che questa eventualità sia facile, e soprattutto non bastano le buone intenzioni. Anzi, a volte risultano disastrose. È in tale cornice concettuale che si colloca La Sentinella, un romanzo indefinibile, a metà tra distopia evangelica e parabola horror, su cui torreggia un pregnante interrogativo etico, ovvero “se ognuno di noi appagasse unicamente la sua parte spirituale, il mondo volgerebbe davvero al Bene?”

Misurarsi con la visionarietà cupamente vertiginosa di Vergnani è una valida occasione per misurarsi con il senso di quella letteratura che ricorre alla gabbia di genere per descrivere criticamente la realtà e per rimettere l’uomo e la sua interiorità al centro di tutto, non sfuggendo, nel contempo, di meditare sulle grandi questioni morali dell’esistenza individuale. Vergnani recepisce appieno le potenzialità metaforica dell’horror attraverso una cifra tutta sua, mix esilarante di alto e basso, con qualcosa di bukowskiano in salsa pulp, che non manca mai di impudenza e ironia, a tratti caustica.

Da La Sentinella:

Il liquore si rivelò una mezza via tra acido di batteria e cherosene, con un retrogusto fruttato di alcol denaturato. Rimasi a bocca aperta. Se avessi avuto una sigaretta accesa tra le labbra avrei fatto sembrare le sfuriate fiammeggianti di un dragone niente più che i bruciori di stomaco di un gastritico. Leah rimase immobile, come se la trachea le si fosse sciolta, poi iniziò a lacrimare silenziosamente. […] Il nonnone avrebbe potuto tracannare un bidone di avio per poi sciacquarsi la bocca con la trielina, per cui non mi sorpresi vedendolo inghiottire la terrificante mistura come fosse acqua fresca. Ma chi mi stupì fu il Papa, che bevve sì a piccoli sorsi, ma senza mai fermarsi, e e finendo il suo bicchiere senza dare mostra di alcun disagio.

Scrittore armato di una cultura solidissima nella sua suggestiva anarchia – dai classici dell’antichità ad Ariosto e Shakespeare, fino a Landolfi e ai noiristi transalpini –, Claudio Vergnani (Modena 1961) irrompe nel panorama di genere italiano nel 2009 con Il 18° vampiro,suo sfolgorante esordio cui seguono Il 36° Giusto, L’ora più buia e I Vivi, i Morti e gli Altri, tutti pubblicati da Gargoyle. È autore di Per ironia della morte (Nero Press 2013) e Lovecraft’s Innsmouth(Dumwich 2015, versione ebook e in classifica horror Amazon).

Dei romanzi di Claudio Vergnani hanno detto:

Con i cannibali de La Sentinella, Vergnani completa un’ideale trilogia teratologica dopo vampiri e zombie, con immagini di straordinaria efficacia e un insieme originalissimo di trovate (dalla suorona cannibale ai vermi lestrigoni). Personaggi ottimamente costruiti e ritmo eccellente, ma anche il tempo giusto che ci vuole per entrare nel clima della storia. Un romanzo bellissimo.

Franco Pezzini

Vergnani ci ha proposto un romanzo che mostra alcuni personaggi poco stereotipati e spesso tratteggiati con una buona dose di sarcasmo. Si pensi al Papa Giovanni XXV, un simpatico sudamericano dal cicchetto facile, ottimo pretesto per qualche tirata irriverente […] C’è da credere che la visione di film come quelli di Quentin Tarantino abbia sortito qualche effetto anche sullo scrittore. […] Nel caso de La Sentinellaforse non dovremmo parlare tecnicamente di horror, ma c’è da scommettere che gli appassionati del genere apprezzeranno la rappresentazione di un mondo in pieno disfacimento, pericoloso, sporco e puzzolente: descrizioni al limite dello splatter non appariranno noiose proprio perché inserite in un racconto dinamico, dove su tutto prevale la fuga per la sopravvivenza.

Lankelot

Con il suo stile diretto e coinvolgente, privo di buonismi e luoghi comuni, Vergnani dimostra di essere davvero una delle punte di diamante del nostro horror.

Il Resto del Carlino

Vergnani è superlativo nel tenerci incollati alla pagina con un serrato incalzare di eventi e uno sfilare di personaggi principali e di contorno tutti ugualmente ben caratterizzati; così come è efficace nell’intessere una stimolante e non predicatoria riflessione esistenziale sotto l’apparato horror.

Mangialibri

Claudio Vergnani mostra una grande creatività nel modo in cui manipola gli elementi propri del genere: non soggiace a quasi nessuna delle convenzioni letterarie che a esso sono proprie e ricorre ampiamente alla contaminazione per dar vita a figure sui generis che suggeriscono una pagina nuova e assolutamente originale nella letteratura horror.

Fonte: Ufficio Stampa 
www.gargoylebooks.it

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