Nuovo sito, nuovo romanzo in arrivo, nuovo blog, nuova rubrica: gli autori si raccontano!
Oggi tocca ad Andrea Cabassi, autore del romanzo Pelicula!

Ma prima qualche informazione sul romanzo!

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Pelicula

In un futuro tecnologicamente non evoluto l’umanità vive una situazione di stallo. Non più crisi, non più guerre, non più problemi: da questa utopia nasce una società dove la gente si crede libera ed è felice, una società manovrata da un’arma invincibile, operativa ventiquattr’ore su ventiquattro. Un’arma di controllo invisibile chiamata Pelicula.
Ai margini della civiltà un gruppo di terroristi opera per far emergere la verità; la domanda che pongono anche a te è la seguente: «rinunceresti alla tua felicità sapendo di non meritarla?»

Pelicula | Andrea Cabassi
Ute Libri, I edizione ottobre 2014 (brossura)
ISBN-10: 8867360736
ISBN-13: 9788867360734
Copertina: Comunika, G&P Consulting

PAGINA DEL ROMANZO QUI

 

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AndreaCabassi– Presentati
Mi chiamo Andrea Cabassi e mi occupo di marketing e comunicazione in un’azienda veronese del settore IT. Fra le altre cose, questo mi permette di passare la giornata scrivendo e – pur non trattandosi di narrativa – è comunque un buon modo per tenere allenate mente e dita.
Nei miei trascorsi letterari cito invece spesso e con orgoglio diverse stagioni di reading (letture attorali) con accompagnamento musicale, un gran numero di serate di spettacoli live tenute fra il 2007 e il 2010.
Ho anche pubblicato qualcosa: nel 2007 “Geloso permaloso lunatico e noioso”, una silloge di poesie, e nel 2010 “Matilde danza sulla riva”, una raccolta di racconti brevi.
Nel 2014 esce in libreria il mio primo romanzo: Pelicula.

– Quando hai iniziato a scrivere e perché?
Ho iniziato a scrivere molte volte per poi abbandonare, non ricordo però quale fosse la prima di tutte. Scrivevo per divertimento, ma era solo una delle tante passioni, passione che però è riuscita a superare la prova del tempo e che oggi occupa una fetta molto importante della mia vita. Quindi, tornando alla domanda: non ricordo.

– Hai pubblicato sia in digitale che cartaceo: quale dei due supporti, da scrittore ma anche da lettore, preferisci?
Tocchi un nervo scoperto. Come lettore sono passato all’eBook solo da un paio d’anni, ed ero uno di quelli “o carta o morte”. Ancora oggi sono convinto che un bel libro sia migliore di qualsiasi eBook, peccato che in Italia non esista un mercato di libri belli, la quasi totalità dei titoli esce direttamente in paperback e spesso la carta è così sottile e trasparente che rischi di spoilerarti il finale dalla prima pagina. E che prezzi!
L’eReader è un giusto compromesso: non raggiunge i livelli di un libro di prima qualità ma batte a mani basse tutti quei libri mediocri che rappresentano il grosso delle pubblicazioni in Italia.
Come scrittore invece ho trovato difficoltà a far le dediche sugli eBook.

– Parlaci di Pelicula, il tuo primo romanzo edito!
Dopo una silloge poetica e una raccolta di racconti ecco un romanzo! E non lo dico per vanagloria, ma perché la dimensione della poesia e quella del racconto breve sono qualcosa che ho trasferito anche in Pelicula.
Dalla poesia ho preso il ritmo, la musicalità delle frasi. Si tratta di qualcosa di molto importante per me, infatti nel mio lavoro di ricerca la forma non è solo un contenitore, ma deve valorizzare i messaggi, le idee, i personaggi.
Dal racconto breve l’efficacia: se hai a disposizione solo tre pagine, in quelle tre pagine non puoi permetterti di scrivere cose inutili, quindi quello che non è più che necessario lo scarti senza rimorsi. Questo modo di pensare mi condiziona in qualche modo anche nel romanzo, soprattutto nel lavoro di riscrittura. Diciamo che non troverete scene scritte tanto per allungare il brodo.
Pelicula, in poco più di 200 pagine, racconta di un futuro prossimo dove la tecnologia non ha avuto evoluzioni, tranne che per un unico grande progetto al quale è stato dedicato ogni sforzo: si tratta di un sistema in grado di influenzare le persone, per condizionarle, ammansirle, controllarle e mantenere così lo status quo a favore di… beh, non voglio rovinare la sorpresa a nessuno!
Un’organizzazione sovversiva opera al di là della legalità nel tentativo di mostrare alla gente quanto essere felici e credersi liberi possa essere solamente un’illusione. Le forze dell’ordine li chiama terroristi, loro invece sanno di portare avanti una missione indispensabile nel dimostrare quanto sia pericolosa quella società fittizia, traballante. Anche usando la forza.
Le componenti della storia sono numerose: è ricco d’azione e di atmosfere noir, ma sono presenti anche riflessioni su questo futuro così simile al presente e sul ruolo della tecnologia nella vita dell’uomo, anche come sostituto della divinità nel compito di controllore/regolatore.
A chiudere il cerchio, l’intreccio è trainato da una storia d’amore, ma che nulla ha del romanzo rosa: è una storia fatta di sofferenza e delusioni, grandi scelte e un epilogo commovente (che coincide per forza con la fine del libro).

– Qual è la tua opera alla quale sei più legato e perché?
È Pelicula – sono certo che ne avete sentito parlare – perché s’è trattato del lavoro che ha richiesto più concentrazione, più costanza e più impegno. Ricominciare dopo interruzioni anche di brevi periodi ha sempre rappresentato un trauma, e spesso è stato un’ossessione: paura di non farcela, di non riuscire a mantenere una buona qualità, di non essere in grado di sostenere alcune scelte.
Esiste una sola parola per esprimere la liberazione che ho provato quando l’ho finito: liberazione. Ma non in senso negativo, un misto di soddisfazione e rabbia, gioia e pace.

– Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Sono sempre in difficoltà su questa domanda. La speranza è di non averlo ancora trovato e – un giorno – leggere qualcosa di così assolutamente meraviglioso da farmi dire “eccolo”. Siccome sarebbe davvero banale menzionare Dante e Omero, eccoti gli autori dei libri che ho a portata di mano ora nel mio ufficio, ovvero: Philip K. Dick, Ursula K. Le Guin (vediamo se ce n’è un altro con la K.), Arthur C. Clarke (per poco!), Italo Calvino, Herman Melville, Julio Cortázar, Richard Matheson e Boris Vian.
Mi piace spaziare i generi, anche se amo la narrativa fantastica e fantascientifica… ma forse proprio perché sono categorie talmente ampie da abbracciare forme molteplici di racconto, che alla fine perdono il loro significato e il loro fine catalogatore. Forse dovrei rispondere con un semplice “mi piacciono i libri belli”, affermazione tanto banale quanto vera.

– Sei impegnato in altri progetti editoriali?
Il tempo è risicato, ma sto portando avanti in parallelo alcuni progetti: un laboratorio di scrittura sperimentale, un nuovo romanzo, una nuova stagione di reading (organizzare questi eventi – pur nella loro ridotta dimensione – è molto appagante, ma è faticoso mettere d’accordo persone che vivono in mondi opposti, come scrittori, attori, gestori di locali e spazi pubblici, musicisti, per non parlare dei vari permessi da ottenere e gli orari da rispettare. E poi c’è sempre chi è convinto che il reading sia una specie di panino con la salsiccia!) e il blog <http://www.ryo.it> dove scrivo articoli sul mondo della scrittura e ogni tanto pubblico l’eBook di un racconto.
Quindi, per rispondere alla tua domanda: sì, sono impegnato in altri progetti editoriali. 😉

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