Partiamo dalle basi: il diritto a non abortire non esiste. L’unico diritto esistente è quello all’aborto, sancito dalla Legge 194 che inizia così:

“Lo stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile.”

Segnatevi queste due parole: coscienza e senso di responsabilità.

Qualunque altra circonluzione è pura propaganda ed è l’opposizione a un diritto che deve essere indiscutibile.
Quindi, che Giorgia Meloni affermi che non ha intenzione di toccare la 194 ma solo di “aggiungere diritti” e nella fattispecie il “diritto a non abortire” è il giro di parole per dire che sì, certo che la 194 sarà messa in discussione, lo è già per il semplice fatto che ne stiamo parlando e che i suddetti “diritti aggiuntivi” non sono altro che la maschera della solita retorica reazionaria.

In Ungheria l’aborto è legale dal 1953, nessuno ha apparentemente messo in discussione la legge, eppure è di qualche giorno fa il decreto con cui il governo obbliga le donne che intendono abortire ad ascoltare prima il battito del cuore del feto.

Dietro tutto questo c’è l’idea che una donna che sceglie di abortire lo faccia nell’inconsapevolezza, scegliendo la cosa più comoda.

Ora prendiamo le due parole di prima: coscienza e senso di responsabilità.

Chi parla di diritto a “non abortire” non considera l’atto di mettere al mondo un figlio una cosa seria, un’azione da compiere in maniera cosciente e responsabile, ma poco più che sfornare una pizza.

Ci stanno dicendo che se restiamo incinte e non vogliamo diventare madri siamo sbagliate.
Accade perché, in realtà, non sappiamo che il feto ha un battito, o perché non abbiamo soldi per crescere un figlio o perché non ci abbiamo pensato a sufficienza, perché non è possibile essere donne e non voler essere madri, se hai un utero è perché possiedi anche l’intimo desiderio di dare la vita.

Quindi, abortire no, ma diventare madri per senso di colpa o per pressione sociale, invece sì.

Cosa vuole dire, invece, sul serio aggiungere diritti?

Consentire alle donne di assumere la RU486 in day hospital, come nella maggior parte dei paesi civili, allungare il termine entro cui si può assumere la pillola abortiva, come nel resto dell’Europa, combattere l’obiezione di coscienza del personale medico, rafforzare il servizio IVG nelle strutture pubbliche e renderlo accessibile a tutte le donne.

Tutto il resto è propaganda, ed è propaganda fascista.
Sono avvilita. Sono preoccupata.

Pensateci a queste cose, prima del 25 settembre.

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