Amo le parole e alcune più di altre. Perché mi piace il suono o il significato o mi ricordano qualcosa.
Una delle parole che amo di più è OSSIDIANA.
Mi ricorda di quella volta che mio padre, quando ero alle elementari e stavo scrivendo un tema in cui parlavo di Diablo, il nostro cane che non c’era più, mi disse che aveva “gli occhi neri come ossidiana”. E mi spiegò cos’era un’ossidiana.
Da quel momento, per me “ossidiana” sono gli occhi di Diablo e tutto ciò che è buio, profondo e bellissimo. Mi sono innamorata della parola ossidiana quel giorno e da quel momento ho sempre trovato il modo di inserirla in ogni romanzo che ho scritto, come un portafortuna. Chi ha letto i miei libri l’ha incontrata, sicuramente. Anche se non ci ha fatto caso.
Ossidiana è anche la parola che mi ha fatto capire, più o meno a 6 anni, che volevo fare la scrittrice. Una persona normale avrebbe detto “aveva gli occhi neri”, uno scrittore, invece, poteva tirare in ballo l’ossidiana o qualunque altra bellissima (o bruttissima) parola in grado di smuovere emozioni.
Ossidiana è la mia parola-amuleto.
È così strano e bello amare cose che non diamo per scontato di poter amare.