Siamo abituati a pensare alla storia come a una sequenza di date, battaglie, nomi altisonanti: invece la storia, come suggerisce il nuovo romanzo di Davide Morosinotto “La sfolgorante luce di due stelle rosse”, edito Mondadori, è fatta soprattutto da eventi spesso dimenticati, da piccoli grandi gesti di solidarietà, eroismo o vigliaccheria, da uomini e donne sconosciuti, da incontri casuali e in questo caso da due ragazzini di appena dodici anni, Viktor e Nadya, costretti ad affrontare le crudeltà e l’insensatezza della guerra, ancora più assurda se guardata attraverso gli occhi dei bambini.

Titolo: La sfolgorante luce di due stelle rosse
Autore: Davide Morosinotto
Genere: storico, romanzo per ragazzi
Data di pubblicazione: 2017
Pagine: 432
Prezzo: 17.00 €
Link acquisto: ebook | cartaceo

Il libro: Un’epopea avventurosa attraverso l’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale.
Viktor e Nadia hanno tredici anni, non si sono mai separati. Quando scoppia la guerra e Leningrado viene evacuata per sfuggire all’assedio dell’esercito nazista, le loro strade si dividono. Viktor finirà in Siberia, lontanissimo dalla sorella, e il suo viaggio per tornare da lei avrà il sapore metallico del sangue e delle armi e quello puro della neve e dell’avventura. Il romanzo si compone dei diari scritti dai due ragazzi ed esaminati da un colonnello dei servizi segreti sovietici chiamato a giudicare se le azioni dei due ragazzi siano meritevoli di encomio o di punizione. Una storia epica sulla spirito di resistenza, le atrocità della guerra e le assurdità del totalitarismo.

THE QUEEN PUPPET É COMPLETAMENTE E IRRIMEDIABILMENTE INNAMORATA DI QUESTO LIBRO!!!

Ambientato nel periodo del Fronte Orientale, la lunga e sanguinosa Campagna di Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, La sfolgorante luce di due stelle rosse mescola storia e finzione e lo fa attraverso gli occhi di due ragazzini russi di appena dodici anni, gemelli: Viktor e Nadya. Appartengono a loro le voci che ci racconteranno la guerra, il nazismo, il comunismo, le lunghe lande ghiacciate, il freddo, la mancanza di cibo, la tolleranza, la fiducia, l’amore, l’amicizia, la famiglia. Strutturato come un rapporto del Commissariato del Popolo per gli affari interni del CCCP, il romanzo è raccontato a tre voci: quella di Viktor, che scrive i suoi quaderni, quella di Nadya che fa altrettanto e quella di un colonnello russo incaricato di giudicare se Viktor e Nadya sono colpevoli o innocenti. In realtà la voce del colonnello ha il compito di dare un filo logico e mettere insieme, anche cronologicamente, i diari scritti dai due ragazzi che, per diverse ragioni, si ritrovano separati durante la storia.

La storia inizia a Leningrado: la minaccia tedesca costringe gli abitanti della città a scappare. Tra questi, ci sono Viktor e Nadya, i cui genitori lavorano all’Ermitage: mentre il padre è costretto ad arruolarsi, la madre decide coraggiosamente di restare al museo per mettere in salvo le opere d’arte dalla furia nazista. Viktor e Nadya vengono inviati in un luogo sicuro, ma ben presto il destino li separa e da quel momento al dolore della guerra si aggiungerà quello per la lontananza dai propri affetti, che i due ragazzi cercheranno di colmare con tutte le loro forze. Uniti da un filo invisibile (come spesso accade ai gemelli), Viktor e Nadya lotteranno per tornare l’uno nelle braccia dell’altra e, nel frattempo, salveranno la Russia dalla disfatta!

L’idea attorno a cui ruota questo romanzo è la scelleratezza della guerra, che fa fare cose orrende anche alle persone più normali (“Ho pensato che la guerra in fondo è proprio questo: persone normali che commettono normali cose terribili”), ma anche il potere che hanno i singoli individui quando si uniscono per una causa comune, l’eroismo di persone insospettabili (come i bambini o gli anziani), i piccoli gesti di solidarietà che possono cambiare il corso della storia. Se è verissimo che la guerra sono persone normali che fanno cose orribili, è sicuramente anche vero che la guerra sono persone normali che fanno cose incredibili: perciò, la storia di Viktor e Nadya potrà essere anche pura invenzione, potrà sembrare strano immaginare dei bambini salvare un intera città e un paese e capovolgere le sorti di una guerra, e invece, se ci pensiamo bene, è proprio così che funziona la storia: dietro le pagine dei nostri libri di scuola, i nomi nomi e le date delle battaglie, ci sono stati donne e uomini, bambini, anziani ormai dimenticati, stanze nelle quali si sono consumate piccole o grandi violenze o atti di eroismo che, alla fine, hanno cambiato tutto.

Quello che emerge dalle pagine di questo libro è un messaggio “sfolgorante” come la luce che illumina Viktor e Nadya: la memoria (e con l’avvicinarsi della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, è bene sottolinearlo) è il nostro tesoro più prezioso, i diari di Viktor e Nadya non sono soltanto il modo in cui due ragazzini affrontano il momento più orribile della loro vita, ma anche la testimonianza che la storia è disseminata di sconosciuti eroi (chi è partito ed è andato in guerra e chi è restato e ha resistito), che tutto, anche ciò che sembra dimenticato, continuerà ad avere il suo peso nei secoli, che i libri, le opere d’arte, i monumenti, fanno parte dell’enorme bagaglio culturale affidato all’Umanità e che l’Umanità deve custodire, se non vuole scomparire, che non esistono popoli cattivi ma solo persone che fanno cose brutte per le ragioni più disparate ma che se al buio rispondiamo con la luce, allora non tutte le speranze sono perse: è ciò che dimostra la vicenda di Frank, il soldato tedesco che Nadya incontra durante il suo viaggio, un ragazzo come tanti (con una fidanzata, forse, degli amici, una famiglia, sogni e paure) che la guerra ha trasformato in un cecchino, un uomo con un fucile che non si fa scrupolo di torturare dei ragazzini. Può, una persona simile, essere perdonata e poi salvata? Secondo una giustizia chiusa e immutabile no, ma la storia umana non è una struttura chiusa e la pace è una conquista complicata che si basa su scelte coraggiose e, apparentemente, assurde: così, Nadya che risparmia l’uomo è il simbolo dell’innocenza e della speranza che non dobbiamo mai perdere, la luce che guiderà gli essere umani attraverso le tenebre, e lo sconosciuto magro e affamato che regala il suo tozzo di pane a Viktor, in una Leningrado costellata di cadaveri, e in cambio riceve il tesoro di Viktor, la medaglia in argento appartenuta a suo padre, simboleggia la solidarietà che cambia il destino degli uomini.

Avevo già avuto modo di amare lo stile di Davide Morosinotto nel Rinomato Catalogo Walker & Dawn (di cui vi ho parlato su YouKid.it e anche in questo articolo sul blog), quella era la storia di alcuni coraggiosi ragazzini alla ricerca del loro posto nel mondo, una storia di avventure e crescita, La sfolgorante luce di due stelle rosse è questo e anche altro: è un messaggio di pace, è un ricordo, è un modo per avvicinarci tutti e stringerci la mano, ricordare che le guerre non riguardano solo i paesi che combattono e gli eserciti che si affrontano, ma tutta l’Umanità.

Mi è piaciuto moltissimo il linguaggio giovane e immediato con cui la storia è stata raccontata, sono le parole di due ragazzini e dei loro amici, che parlano della guerra con la speranza tipica dei giovani, che affrontano la morte e il dolore, le ferite e le separazioni, con la testarda fiducia dell’innocenza. Non manca la poesia delle ampie lande russe, le albe sui laghi ghiacciati, le fortezze conquistate palmo a palmo, con orgogliose bandiere che sventolano sfidando i nemici, le città in rovina nelle quali camminano esseri umani smagriti ma ancora in grado di offrire ai bisognosi conforto e quel poco di cibo in loro possesso.

La terra russa emerge dalle pagine di questa storia come un gigante ferito che, in preda al dolore, colpisce e uccide, eppure è la natura a offrire salvezza e riparo (la famosa “Strada della Vita”) al momento opportuno. La cura e i dettagli con cui Davide Morosinotto descrive luoghi e vicende è un elemento che arricchisce ulteriormente questa storia, che consiglio a chi ama i metalibri (il romanzo è costituito dai diari di Viktor e Nadya, scritti con inchiostri diversi per distinguerli), da fotografie, mappe e disegni, i libri che mescolano fatti reali e fantasia, i romanzi avventurosi, epici e commoventi, le storie per ragazzi.

Leggete La sfolgorante luce di due stelle rosse, non ve ne pentirete!

Davide Morosinotto è nato nel 1980 in un piccolo paese vicino a Padova, vive a Bologna. É giornalista, traduttore di videogiochi, scrittore di fantascienza e libri per ragazzi. Nel 2007 ha vinto il Mondadori Junior Award, e ha pubblicato il suo primo libro. Da allora ha scritto più di trenta libri. Nel 2017 ha vinto il “Superpremio Andersen” con “Il rinomato catalogo Walker & Dawn.”

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