Oggi è una bellissima giornata, io ho appena finito di leggere un nuovo libro (Lontano da te di Tess Sharpe, edito Fabbri Editori, ve ne parlerò a brevissimo su YouKid.it) e sono un po’ meno stanca della settimana scorsa e un po’ più aperta ad accogliere la bella stagione.
Così, ho pensato di proporvi gli incipit di cinque libri perfetti per la bella stagione, non ho letto tutti, alcuni sono in lista, ma mi piaceva l’idea di fare una wishlist di letture primaverili, che spero possa essere utile anche a voi!
Aspetta primavera, Bandini ~ John Fante
Avanzava, scalciando la neve profonda. Era un uomo disgustato. Si chiamava Svevo Bandini e abitava in quella strada, tre isolati più avanti. Aveva freddo, e le scarpe sfondate. Quella mattina le aveva rattoppate con dei pezzi di cartone di una scatola di pasta. Pasta che non era stata pagata. Ci aveva pensato proprio mentre infilava il cartone nelle scarpe.
Chi segue il blog e chi mi conosce, sa quanto io abbia amato e ami tuttora il ciclo delle storie di Arturo Bandini di John Fante: Arturo è un personaggio magnifico, pieno di difetti ma così vicino a chi legge, presuntuoso ma buffo, eternamente innamorato e sfortunato, pieno di talento e anche di sogni strambi. Arturo Bandini, uno di noi! Ne ho scritto un po’ qui: La straodinarietà dell’ordinario: John Fante. Aspetta primavera, Bandini non è esattamente un libro sulla primavera, è anzi un libro pieno di neve, ma è anche un libro sulle piccole-grandi sfide quotidiane, sui sogni, sulle debolezze, sulla memoria, sul rapporto figlio-padre.
Se volete leggere il ciclo di Arturo Bandini, ecco dove acquistare le vostre copie (vi elenco i volumi in ordine non di pubblicazione ma cronologico):
1) Aspetta primavera, Bandini
2) La strada per Los Angeles
3) Chiedi alla polvere
4) Sogni di Bunker Hill
Le storie di Arturo Bandini in un unico volume
Camera con vista, Edward Morgan Forster
– La signora non doveva fare una cosa simile – disse la signorina Bartlett. – Non doveva farla assolutamente. Ci ha promesso delle stanze a sud, vicine e con una bella vista; invece queste sono stanze a nord, guardano su un cortile e sono molto distanti una dall’altra. Oh, Lucy!
– E per giunta è una cockney – disse Lucy che l’inaspettato accento della signora aveva molto rattristato. – Sembra di essere a Londra. – Guardò le due file di inglesi seduti a tavola; la fila di bottiglie del’acqua, bianche, e delle bottiglie di vino, rosse, che correva tra gli inglesi: i ritratti della defunta Regina e del defunto poeta laureato che erano appesi dietro la schiena degli inglesi in una pesante cornice; l’avviso della Chiesa Inglese (Reverendo Cuthbert Roger, A. Oxon), che erano l’unica decorazione della parete. – Charlotte, non sembra anche a te di essere a Londra? faccio fatica a credere che appena fuori dall’uscio ci sono tante cose diverse. Probabilmente è perché sono stanca.
– Questa carne è certamente già stata adoperata per fare il brodo – disse la signorina Bartlett, posando la forchetta.
– Desideravo tanto di vedere l’Arno. Le camere che la signora ci ha promesso nella lettera dovevano guardare sull’Arno. La signora non doveva proprio fare una cosa simile. Oh, è una vergogna!
– Per me va bene qualsiasi buco, – continuò la signorina Bartlett; – ma è ben triste che tu debba avere una camera senza vista.
Non ho ancora letto Camera con vista, ma lo farò (spero) presto. Perché mi ricorda la primavera? Per il titolo, che mi fa pensare subito a una camera con una vista splendida su un prato primaverile.
Il giardino segreto, Frances Hodgson Burnett
Quando Mary Lennox arrivò al Castello di Misselthwaite per vivere con lo zio, tutti dissero che si trattava della bambina meno attraente che avessero mai visto. Ed era vero. Aveva una faccina sottile e un corpicino sottile, sottili capelli chiari e un’espressione acida. I suoi capelli erano gialli, e anche la sua faccia era gialla perché Mary era nata in India ed era sempre stata malata per un motivo o per l’altro. Suo padre, che aveva raggiunto una discreta posizione nell’amministrazione inglese, era sempre occupato e malato anche lui, e sua madre, una bellissima donna, si preoccupava solo di andare alle feste e di divertirsi. Lei non voleva una bambina e, quando Mary nacque, la affidò alle cure di una Ayah, con l’intesa che Mem Sahib sarebbe stata più contenta quanto meno l’avesse vista. Così, finché Mary fu una bambina malaticcia, paurosa e brutta, fu tenuta in disparte, e quando divenne una ragazzina malaticcia, paurosa e balbuziente, pure. Non ricordava niente che avesse un aspetto familiare se non la faccia scura della sua Ayah e degli altri domestici, e siccome questi le obbedivano e le davano ragione su tutto per evitare che Mem Sahib si arrabbiasse a sentire le sue grida, quando compì sei anni era diventata il maialino più tirannico ed egoista che sia mai esistito. La giovane governante inglese che doveva insegnarle a leggere e a scrivere la trovò così sgradevole che lasciò il posto dopo tre mesi, e quelle che la seguirono se ne andarono tutte anche più rapidamente.
Il giardino segreto è uno di quei libri che, oltre a ricordarmi la primavera, mi ricorda l’infanzia. In realtà, il libro l’ho letto da adulta, ma ricordo film e cartone animato, visti e rivisti da bambina! Quando si parla di giardini lussureggianti e misteri, subito mi viene in mente la primavera. Questo libro è l’ideale se possedere un bel giardino dove leggere indisturbati o se amate portarvi i libri al parco o nei boschi!
Ti darò il sole, Jandy Nelson
Tutto inizia così.
Con Zephyr e Fry – i due sociopatici del vicinato attualmente in carica – che mi inseguono nel bosco e il suolo che sussulta sotto i miei piedi mentre corro a perdifiato nel vento, fra gli alberi, in una nube incandescente di panico.
«Te lo facciamo noi l’esame, frocetto» urla Fry.
E Zephyr mi è addosso, mi blocca un braccio dietro la schiena, poi l’altro, e Fry agguanta il mio album degli schizzi. Mi allungo per riprenderlo ma sono senza braccia, impotente. Tento di divincolarmi dalla presa di Zephyr. Inutile. Provo a battere le palpebre e a trasformare quei due in falene. Niente. Sono ancora loro: una coppia di gigantesche testadicazzo di seconda liceo con l’hobby di gettare dalle scogliere un povero essere umano di tredici anni.
La storia di due gemelli completamente diversi fra loro, Noah, timido e impacciato, e Jude, sfrontata e sicura di sé. I due non si parlano più e, in un racconto a doppia voce, scopriremo perché. Sono curiosissima di leggere questo libro e, non appena avrò finito Raccontami di un giorno perfetto, lo farò! Ah, naturalmente è il sole in copertina che mi ricorda moltissimo la primavera!
Il segreto delle gemelle, Fairy Oak vol. 1, Elisabetta Gnone
Quando giunsi a Fairy Oak, le bambine stavano per nascere. Avevo fatto un lungo viaggio e attraversato molti regni magici per raggiungere il villaggio della quercia fatata. Le mie ali erano stanche, ma l’emozione mi impediva di fermarne il tremore: si capisce, era la mia prima esperienza di lavoro!
– Buon giorno. Mi chiamo Sefeliceiosaròdirvelovorrò e sono la fata baby-sitter che avete richiesto al Gran Consiglio! – dissi all’anziana signora che si era affacciata alla porta.
Il delizioso primo volume della trilogia di Fairy Oak, nell’edizione nuovissima Salani, vi farà respirare a pieni polmoni l’aria di primavera: ambientata a Fairy Oak, appunto, la storia delle due gemelle Vaniglia e Pervinca alle prese con la millenaria lotta fra luce e buio, fra bene e male. Questa meravigliosa edizione illustrata presenta un delizioso catalogo di piante, album di famiglia e incantesimi. Perfetto per i bambini, essenziale per gli adulti!