buon-junkie Oggi recensisco un libro che ho finito durante un weekend mangereccio nel paese d’origine dei miei nonni: San Donato di Ninea (se volete seguire la pagina che gestisco e conoscere un delizioso paesino dell’entroterra calabrese, allora andate qui). Tra una soppressata e l’altra, un vino rosso e un dolce alle castagne, ho finito di leggere (a tempo di record) È solo una storia d’amore di Anna Premoli, edito Newton Compton, omaggio della casa editrice che ringrazio ancora per avermi fatto conoscere un’autrice completamente diversa da quella che mi aspettavo!

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Titolo: È solo una storia d’amore
Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton
Uscita: 3 Novembre 2016
Genere: contemporary romance

La mia valutazione

BELLO!
BELLO!

Trama

Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?

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Non sono un’amante del contemporary romance, apprezzo le storie d’amore, ma mi piacciono quelle inserite in un trama che non si concentri solo sulla relazione tra i due protagonisti. Ebbene, a dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare, questo romanzo non è “solo una storia d’amore” ma anche una riflessione acuta, intelligente, autoironica e divertente sui pregiudizi dei lettori e degli stessi autori, sui generi letterari e sui cliché dei romanzi rosa. Questo libro, lo confesso, mi ha sorpreso, forse perché io stessa sono stata accecata dai pregiudizi. Anna Premoli non scrive “semplicemente” rosa, ci mette una cosa, a mio avviso, fondamentale: l’intelligenza. L’autrice imbastisce una trama tipicamente “rosa” prendendo in giro i cliché del genere, mettendo in primo piano i pregiudizi e i discorsi ottusi che si sviluppano da sempre attorno a questo genere.

Da questo punto di vista, questo romanzo è un’analisi (forse la prima che leggo) di un trend editoriale che sta conoscendo una fortuna senza precedenti. La ragione? L’autrice spiega con una storia divertente, godibile e fluida, che le lettrici di rosa non sono stupide o superficiali, semplicemente concepiscono la lettura come uno svago, perché i libri sono anche questo. Dobbiamo dunque allontanarci dall’idea antica che i libri siano oggetti “pesanti”, roba da intellettualoidi tronfi. I libri sono anche intrattenimento e le storie d’amore, forse un po’ banali, smielate, irreali,  raccontate in alcuni romance sono intrattenimento, funzionano quando si tratta di evadere. Sono fiabe, rassicurano e non possono essere usate per giudicare chi le legge. Ma in aggiunta a questo, anche una storia d’amore può avere la funzione di spiegare il mondo, di dare una ragione per progredire alle donne: un tempo non esisteva la letteratura al femminile, perché i libri erano scritti e destinati solo ai maschi. Vi pare poco? Rifletteteci.

Trovo che questa sia un’idea intelligente e ci voleva proprio un libro che ne parlasse, la vera bravura dell’autrice è stato parlarne proprio con un romanzo rosa. Perché “È solo una storia d’amore” è, a tutti gli effetti, un romanzo rosa: c’è una protagonista trentenne, affermata scrittrice di rosa, che non ha mai conosciuto l’amore. E c’è un protagonista maschile un po’ ottuso all’inizio, donnaiolo e presuntuoso, un intellettuale, vincitore di un Pulitzer, che ha un rapporto disastroso con l’altro sesso. Due opposti che si attraggono: una situazione piuttosto comune. Eppure il modo in cui l’autrice ha trattato questa storia è assolutamente meritevole: Anna Premoli prende in giro i cliché del rosa, prende in giro chi si sente superiore in base alle letture che fa, prende in giro il mondo degli scrittori e quello degli editori e lo fa con simpatia e intelligenza e riuscendo a scrivere un romanzo nel romanzo. I due scrittori, infatti, inizieranno a scrivere due romanzi rosa ispirati al loro incontro e l’autrice ci racconta la loro storia proprio alternando la voce di Lauren con quella di Aidan. Insomma, mentre leggiamo di come i due si conoscono, con un incontro disastroso, e iniziano a odiarsi e poi a guardarsi con sempre maggior interesse, stiamo anche leggendo i romanzi che stanno scrivendo.

E nel frattempo, riflettiamo su alcune questioni importanti: scrivere e leggere rosa, cataloga invariabilmente le donne come ingenue donzelle ottocentesche a caccia di emozioni sulla carta che possano ovviare alla banalità della loro vita? Sono sognatrici fuori dalla realtà che sognano il principe azzurro e indossano abiti rosa? No. Questa è la risposta. Lauren scrive romanzi rosa ma è tutto fuorché una donna fuori dal suo tempo: è autonoma, ironica, sensuale (anche se molto spesso non se ne accorge neanche) ed è in grado di vivere senza un uomo.

Il fulcro della storia gira attorno a una semplice domanda: può un premio Pulitzer scrivere un “banale romanzo rosa”? La risposta è sì, può scriverlo, ma descrivere l’amore non è così semplice come sembra. Bisogna studiare le persone, le psicologie, riuscire a imbastire trame che conducano al sogno i lettori. È facile? Tutt’altro. Per assurdo: Aidan sta vivendo una profonda crisi, ha perso l’ispirazione perché la sua è una scrittura istintiva, senza regole. Lauren, invece, scrive in maniera professionale, imbastisce trame e fa liste e scalette. Questo è un altro argomento che, da autrice, mi è molto caro: la scrittura non è solo talento e genio, è anche regole, forza di volontà, scalette, orari precisi.

In sintesi, questo è un romanzo che si legge d’un fiato, divertente, anche se utilizza tutti i cliché del genere. Anna Premoli è in grado di parlare d’amore e farlo senza prendersi troppo sul serio ma prendendo terribilmente sul serio la scrittura e i suoi lettori. Non ci propina una banale storia d’amore, ma ci regala senz’altro materiale per sognare l’amore e, allo stesso tempo, riflettere sul meraviglioso universo dei libri. E che meraviglia quando il nostro presuntuoso Aidan si ritrova con un libro “spazzatura” fra le mani, dall’orrida copertina rosa e il titolo: “Ti prego lasciati odiare”? Quanto dev’essere intelligente un’autrice che riesce a fare una simile autoironia? Molto. E io adoro quando gli autori sono intelligenti.
Leggetelo, soprattutto se a volte non avete saputo cosa rispondere a chi vi chiedeva perché sprecare tempo a leggere letteratura “rosa”: troverete delle risposte, risposte acute, ironiche e, soprattutto, vere.

Cosa ne dite? Lo leggerete? Io ve lo consiglio e vi ricordo che di questo romanzo farò anche una video-recensione a brevissimo!

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